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Morto suicida Ari Behn ex genero del re norvegese. Accusò Spacey di molestie

Lo scrittore era separato dalla principessa Martha Louise. Mistero sui motivi del gesto

Morto suicida Ari Behn ex genero del re norvegese. Accusò Spacey di molestie

Nel suo ultimo libro, Inferno, pubblicato nell'ottobre dell'anno scorso, Ari Behn scriveva della sua lotta contro la malattia mentale. Del divorzio dalla ex moglie, la principessa norvegese Martha Louise, primogenita del re Harald, e del «passare attraverso il buio e le tenebre» della vita. Behn, scrittore e autore di teatro, si è tolto la vita a 47 anni il giorno di Natale. Dal suo portavoce, Geir Hakonsund, che ha confermato il suicidio dell'ex genero del sovrano di Oslo, non sono filtrati dettagli sulle circostanze o le motivazioni del gesto, se non un invito a «rispettare la privacy» dei suoi cari. «Ari è stato una parte importante della nostra famiglia per molti anni e di lui abbiamo ricordi affettuosi e belli. Siamo grati di averlo potuto conoscere», ha commentato la casa reale.

Behn pubblicò il suo primo libro nel 1999, una raccolta di racconti intitolata Triste come l'inferno, che stando al suo sito vendette 100mila copie e ricevette riscontri positivi dalla critica. Ma è stato con il matrimonio reale, il 24 maggio del 2002 nella cattedrale di Trondheim, che lo scrittore raggiunse la notorietà. Nello stesso anno Behn firmò Da cuore a cuore, un racconto a quattro mani del matrimonio scritto con Martha Louise, conosciuta attraverso la madre di lui, fisioterapista della principessa. Un tentativo di riconquistarsi i sudditi, scettici sulla sua figura a causa delle sue origini borghesi e soprattutto delle immagini di lui intento a fare festa con un gruppo di prostitute a Las Vegas trasmesse sulla tv norvegese poco prima delle nozze. L'annuncio della separazione di Behn e Martha Louise arrivò nell'agosto del 2016, e nel 2017 fu ufficializzato il divorzio. Le tre figlie femmine - Maud Angelica, oggi 16 anni, Leah Isadora, 14, ed Emma Tallulah, 11 - vennero date in affido congiunto ai due genitori. «Siamo addolorati per il fatto che le nostre nipoti abbiano perso il loro amato padre e che i suoi famigliari abbiano perso un figlio e un fratello», hanno commentato ieri in una nota il re Harald e la regina Sonja.

Dopo l'uscita dalla casa reale norvegese, lo scrittore era tornato sulle prime pagine dei giornali due anni fa, in pieno #metoo, dopo aver raccontato di essere stato coinvolto in un episodio di molestie nel 2007 con l'attore statunitense Kevin Spacey, già accusato di fatti analoghi. In un'intervista radiofonica all'emittente norvegese P4, Behn disse che l'ex protagonista delle serie televisiva House of Cards, estromesso dal cast proprio in seguito alle denunce ricevute, lo aveva palpeggiato durante un concerto organizzato dallo stesso Spacey per l'assegnazione del premio Nobel per la pace. «Stavamo parlando piacevolmente di teatro, seduti l'uno accanto all'altro, quando cinque minuti dopo lui mi ha chiesto di uscire a fumarci una sigaretta e mi ha afferrato le parti intime sotto il tavolo», ha raccontato lo scrittore. L'attore americano non ha commentato l'episodio né la notizia del suicidio di Behn. Le accuse di abusi sessuali che gli sono state mosse negli ultimi due anni sono tutte decadute dopo che a luglio sono state archiviate due denunce nei suoi confronti e dopo che l'accusatore di un terzo processo è morto. Proprio poche ore prima del suicidio di Behn, l'attore 60enne è comparso su Twitter con un video in cui, giocando con la voce e l'atteggiamento di Frank Underwood, il suo personaggio in House of Cards, fa gli auguri di Natale ai fan invitandoli a essere più buoni nel 2020. «La prossima volta che qualcuno fa qualcosa che non vi piace potete andare all'attacco, oppure potete trattenervi e fare l'inaspettato: potete ucciderli con la gentilezza», dice Spacey attizzando il fuoco in un caminetto.

Anche il 24 dicembre dell'anno scorso l'attore aveva girato un video di auguri in cui si difendeva dalle accuse di molestie ed evocava il proprio ritorno sugli schermi.

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