La mossa di Genovese: ricorso contro i domiciliari

Gli avvocati del giovane che ha travolto e ucciso le due sedicenni presentano istanza al Riesame

La mossa di Genovese: ricorso contro i domiciliari

Roma - Tragedia a corso Francia: presentata istanza al Tribunale del Riesame. Un atto per attenuare la misura cautelare, gli arresti domiciliari, per Pietro Genovese, in attesa del processo. Certo è che il 20enne alla guida del Suv che ha travolto e ucciso Camilla Romagnoli e Gaia von Freymann, entrambe 16enni, nonostante fosse ubriaco (tasso di alcol 1,4 mg/litro, il triplo del massimo consentito) ricorda di essere passato con il verde e di non aver visto le due ragazze attraversare la strada. Ieri, intanto, i compagni di scuola delle due ragazze sono tornati in classe al liceo De Sanctis e hanno osservato un minuto di silenzio in ricordo delle amiche scomparse. Sui loro banchi sono stati deposti dei fiori e i loro nomi scritti sulla lavagna.

Genovese, per gli avvocati Franco Coppi e Gianluca Tognozzi, «non è un killer». Il giovane non ricorda molto dello schianto. «Non ho visto le ragazze», mette a verbale con i vigili. Di fronte al gip conferma la versione aggiungendo: «Quella sera ero andato a una festa a casa di un amico che rientrava a Roma dal progetto Erasmus. Abbiamo deciso di tornare a casa e ho imboccato Corso Francia. In auto con me c'erano due miei amici. Ricordo che il semaforo era sul verde e ho ripreso la marcia, sono ripartito». Parole che non spiegano l'alta velocità. Come avrebbe potuto essere ad almeno 80 chilometri l'ora immediatamente dopo lo stop? Secondo quello che «racconta» la Renault Koleos, ovvero i danni al cofano del crossover, la velocità era molto alta. Tale da «accartocciare» le lamiere e sbalzare in aria le ragazze. Che Genovese andasse veloce, inoltre, lo mettono nero su bianco i testimoni che transitano all'altezza della via Flaminia. Emiliano Annichiarico dice: «L'impatto è stato violentissimo. La prima ragazza è stata colpita in pieno». Jacopo Daliana, a piedi al semaforo, ricorda un'auto che procedeva a velocità sostenuta. David Rubin Mosche, sulla Smart che si ferma e le fa passare, dice di aver visto arrivare un «Suv a gran velocità da corso Francia in direzione Parioli e questo travolgere in pieno due ragazze». Come è possibile se Genovese era appena ripartito con il verde? Non solo. Se la Smart si ferma per farle passare, Camilla e Gaia sono state colpite a pochissima distanza da questa. Orlando Townshend insiste: «Erano sulle strisce». Tutti concordano sul fatto che Camilla e Gaia hanno attraversato con il rosso per i pedoni.

Una certezza che la parte civile avrebbe messo in discussione: «Se è vero che Genovese sia sopraggiunto su quelle strisce pedonali col verde - spiega l'avvocato Cesare Piraino - e la macchina a fianco, nel frattempo, si sia fermata

per far passare le ragazze, è certo che le stesse abbiano iniziato l'attraversamento pedonale con il verde e che si siano imbattute, subito dopo, nel verde lampeggiante e quindi, dopo appena tre secondi e mezzo, nel rosso».

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica