Lo sosteneva anche Ennio Flaiano: la situazione è grave ma non è seria. Nulla è cambiato, anzi il peggioramento è continuo. Alla seriosità di facce segue la totale assenza di serietà nei comportamenti, nelle decisioni, nei provvedimenti. Il rinvio delle cinque partite di serie A era prevedibile ma non previsto, è arrivato all'ultimo secondo, come si usa quando si pagano la bolletta della luce o la contravvenzione, sperando che la scadenza venga differita.
I governanti (?) del calcio hanno atteso un altro sabato per una decisione che andava affrontata nel tempo dovuto, ascoltate le parti, senza esclusione e interessi di parte. Il rinvio era ed è opportuno ma avrebbe dovuto riguardare tutte le partite, come ha fatto la federcalcio svizzera che non è sotto schiaffo di presidenti e deve gestire un torneo che, se non ha uguale censo, non ha analoghe voragini finanziarie, vicine alla bancarotta. La sospensione del campionato viene vista come un allarme sociale, superiore allo stesso virus, sarebbe esiziale per i conti dei club, è stata scelta, così, la mezza misura, rinviate alcune, confermate altre, tranquilli, non c'è problema, tutto sotto controllo, è il frasario di chi si arrangia ma poi ti arrangia, di chi ha un ruolo ufficiale ma non impone rigore.
Il presidente della federcalcio e il sodale della Lega di A sono figure istituzionali con il rischio di essere imago vocis, come direbbe il presidente della Lazio, capolista da ieri, di altrui scelte. Il calcio italiano viaggia a braccio, come il teatro della politica. Non ha progetti lunghi, rinvia, proroga, le assemblee sono riunioni condominiali nelle quali non si trova l'accordo nemmeno sulla data di un anticipo. Dinanzi all'emergenza, il governo del football è entrato in fibrillazione, la decisione di riservare Juventus Milan di coppa Italia soltanto ai residenti torinesi è una delle migliori gag del secolo (avremo i pendolari del virus?). Il calendario è affollato perché la serie A è partita in ritardo, rispetto ad altri campionati, si è concessa la sosta natalizia, ha soffocato i giorni liberi.
Se la sbrighino loro, le rose delle squadre sono ampie, gli allenatori multimilionari trovino la soluzione tecnica, si può giocare anche ogni tre giorni, come nei campionati del mondo o d'Europa. Le porte chiuse, le partite rinviate a pene di segugio, lo stadio aperto soltanto ai residenti, sono l'epilogo di una commedia ridicola e recitata malissimo.
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