Un responsabile per la diversità in arrivo a Buckingham Palace. Messa in difficoltà - più all'estero e nel Commonwealth che in patria, a dire il vero - dalle spiacevoli accuse dei duchi di Sussex su un presunto problema di razzismo all'interno della famiglia reale, la monarchia britannica reagisce. Il popolare quotidiano Daily Mail aveva anticipato la notizia e una fonte di palazzo ha prontamente precisato che la rivoluzionaria proposta è all'esame «con il pieno appoggio» della famiglia Windsor, «ma è ancora presto» perché qualcosa di concreto venga annunciato. Tuttavia, ha voluto sottolineare la stessa fonte, non è il caso di dare troppa enfasi ai recenti fatti di cronaca: l'idea di modernizzare il clima a Palazzo sarebbe stata già presente prima della famosa intervista che la ditta Meghan&Harry ha rilasciato a Oprah Winfrey, della quale comunque «si terrà conto».
Il futuro responsabile per la diversità non dovrà solo curare per conto della casa reale un corretto rapporto con la delicata materia del razzismo: verranno adeguatamente considerate anche altre tematiche sensibili come la disabilità e i diritti degli omosessuali. Tutti temi nei cui confronti si è sempre mostrato attento, all'interno della famiglia reale, il personaggio che dopo l'intervista americana dei duchi di Sussex ha acquisito maggiore visibilità: il duca di Cambridge William, fratello maggiore di Harry e suo sempre più evidente contraltare. È proprio William, più di suo padre Carlo cui pure spetterà il trono di Londra nel momento in cui l'ormai quasi novantacinquenne regina Elisabetta lo lascerà vacante, a incarnare lo spirito di rinnovamento indispensabile per proiettare la monarchia oltre il prevedibile choc della non troppo lontana scomparsa della regnante che le dà un volto e una straordinaria personalità da ormai quasi settant'anni.
Il nipote della regina, nonché figlio della mai dimenticata «principessa del popolo» Diana, ha ormai 38 anni e si accinge a festeggiare il decennale del suo matrimonio con Kate Middleton. In silenzio, e all'ombra di una nonna dalla figura leggendaria e di un padre viceversa poco apprezzato, si è costruito un ruolo che ne fa l'erede al trono perfetto. La sua forza consiste nell'equilibrio. Sa mostrarsi in perfetta sintonia istituzionale con la regina, la quale a dispetto della sua età è in grado di comprendere e quindi di sostenere i necessari aggiornamenti dell'immagine della Corona, ed è lui a portare avanti con l'esempio personale i temi che possono mantenerla connessa con il sentire del suo popolo. In un lungo e ponderato articolo pubblicato ieri dal Sunday Times, William viene descritto da chi lo frequenta in amicizia o nelle sue attività come un padre di famiglia attento ai pericoli che i giovani corrono con un utilizzo non regolato dei social, come un giovane uomo disposto ad accettare con assoluto rispetto l'eventualità che uno dei suoi figli sia omosessuale, come un futuro regnante consapevole dell'importanza prioritaria del rispetto dell'ambiente in cui tutti viviamo.
Il primogenito di Carlo e Diana si pone dunque per la monarchia, che un giorno rappresenterà, come un ideale elemento di continuità nel rinnovamento. Il perfetto nipote di sua nonna, come scrive il Sunday Times, che ha «accettato la strada tracciata per lui». Tutto l'opposto di suo fratello, che non ha esitato a creare - senza fornire uno straccio di prova alle gravissime accuse mosse da sua moglie - seri problemi d'immagine alla famiglia reale. Questa differenza profonda di sensibilità sta alla base non solo della frattura nei rapporti tra i due fratelli Windsor, ma anche del loro diverso livello di popolarità in patria, a tutto vantaggio del primo.
E se la prima potrà essere almeno in parte ricomposta, magari sfruttando festose occasioni pubbliche nel prossimo giugno come il centesimo compleanno del nonno Filippo o il novantacinquesimo di Sua Maestà Elisabetta, il secondo potrebbe fungere da spinta decisiva per quel clamoroso sorpasso nella successione al trono che la maggior parte dei britannici gradirebbe: un William (o per noi, Guglielmo) V al posto del previsto Carlo III. Chi vivrà vedrà.
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