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Mr. Eataly asfalta la Camusso: "Non siamo più ai tempi di Fidel"

Farinetti dà una lezione di economia alla Cgil: "L'aumento del salario? Dipende dai margini che le aziende sono in grado di avere"

Mr. Eataly asfalta la Camusso: "Non siamo più ai tempi di Fidel"

Oscar Farinetti le canta a Susanna Camusso. Già infastidito dallo sciopero dello shopping, proclamato ieri dalla segretaria generale della Cgil, mister Eataly si è ulteriormente risentito per le parole accusatorie di Susanna Camusso contro i supermercati. La leader della Cgil se l'è presa, in particolar modo, con la Coop: "Pensa soltanto al profitto". Ma il renziano Farinetti ci ha comunque tenuto a prendere le parti della categoria ricordandole che "non siamo più ai tempi di Fidel Castro e Che Guevara".

Ieri mattina i sindacati sono scesi al fianco dei lavoratori della grande distribuzione per protestare per il mancato rinnovo del contratto collettivo e chiedono un aumento di 85 euro lordi al mese. Per il fondatore della catena Eataly, intervistato da Repubblica, i salari possono aumentare soltanto se crescono i profitti delle aziende: "L’unica strada per aumentare i salari è quella di far salire le esportazioni aumentando la qualità e la produttività - spiega - dobbiamo fare i conti con aziende che hanno margini ancora molto esigui. Dobbiamo tenere conto che mentre ciascuna parte persegue il suo interesse intorno c’è un contesto. Quel contesto imporrebbe a tutti di abbassare i toni e cercare delle soluzioni nell’interesse generale". E, anche se i lavoratori chiedono un aumento di 85 euro lordi, per Farinetti tutto dipende dai margini che le aziende sono in grado di avere. "Non siamo più ai tempi di Fidel Castro - fa notare - vinta la rivoluzione Castro nominò Che Guevara ministro dell’economia. A Guevara dissero: 'I lavoratori sono alla fame. Non hanno soldi'. E lui rispose: 'Stampiamoli'.

Noi non possiamo stampare i soldi".

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