RomaQuella della «mucca da mungere che se non mangia non può essere munta» è una metafora molto amata da Salvatore Buzzi e una perfetta rappresentazione del mondo di Mafia Capitale. Per mettere le mani sugli appalti bisogna prima foraggiare. E il boss della coop 29 giugno lo sapeva fare bene, mettendo a libro paga assessori e consiglieri comunali per comprare il consenso politico sulle iniziative a lui utili, venendo a patti con imprenditori collusi e politici corrotti, assumendo parenti e amici di chi poteva essere funzionale ai sui business .
La mucca deve mangiare
Buzzi parla con l'ex consigliere comunale Franco Figurelli, poi entrato nelle segreteria del presidente Mirko Coratti, per i pm entrambi «stipendiati» dall'organizzazione. Buzzi gli chiede favori di Coratti per poter erogare utilità ulteriori, in questo caso l'assunzione di Ileana Silvestri. Figurelli obietta che già molti favori erano stati fatti, ma il ras delle coop replica: «Guarda che qui la mucca l'amo munta tanto».
«Se è zoccola la prendiamo»
Figurelli suggerisce a Buzzi il nome della ragazza da assumere. «Se è una zoccola la prendiamo subito», gli risponde lui ridendo. Di nuovo Figurelli: «Se è zoccola la fai diventare zoccola, che sarà...se poi dici “an vedi che tette questa, che ce faccio?”».
«Me so comprato Coratti»
Buzzi sta parlando al telefono con Claudio Cardarelli. «Me' so comprato Coratti - gli dice - lui sta con me... gioca con me ormai. Al capo segreteria suo noi gli diamo 1.000 euro al mese... so tutti a stipendio Claa...». Questo nonostante Coratti fosse stato soprannominato Balotelli perché non faceva gioco di squadra. Buzzi si lamenta anche perché Coratti aveva pretese continue, tra cui l'assunzione di persone nella sua cooperativa. Se Figurelli veniva retribuito con mille euro al mese per il suo «lavoro», Coratti secondo il gip avrebbe preteso 10mila euro da Buzzi solo per concedergli un incontro. All'ex presidente del consiglio comunale sarebbero stati promessi inoltre 150mila euro per sbloccare un pagamento di 3 milioni sul sociale.
20mila euro a Odevaine
Anche Luca Odevaine, ex vice capo di gabinetto di Veltroni e già componente del Tavolo di coordinamento nazionale sull'accoglienza dei migranti, aveva avuto la promessa di un fisso mensile di 10mila euro che sarebbero diventati 20mila dopo l'aggiudicazione della gara per i servizi di gestione del Cara di Mineo.
Un euro a immigrato
Odevaine, trattando appunto di business immigrazione e di appalti con il gruppo La Cascina , individua il criterio di calcolo delle tangenti dovute in base al numero di immigrati ospitati nei centri: «Se me dai cento persone facciamo un euro a persona».
Assunzioni per Caprari
Mille euro al mese e un posto di lavoro per un conoscente. Questo sarebbe stato il prezzo imposto dal consigliere comunale del Centro democratico Massimo Caprari per il suo voto favorevole al riconoscimento del debito fuori bilancio.
«Te l'ho detto, Caprari è venuto da me: voleva tre posti di lavoro», dice Buzzi al vicepresidente de La Cascina , Francesco Ferrara. «Buzzi - scrive il gip - riferiva a Ferrara che per accogliere le sue richieste Caprara si era rivolto a lui chiedendogli l'assunzione di tre persone, che poi era stata ridotta a una sola».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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