Elezioni Regionali in Sicilia

Musumeci è autonomo. Adesso le prime sfide sono nomine e sprechi

Il nuovo governatore ha una maggioranza di 36 deputati su 70: «Basta ambiguità»

Musumeci è autonomo. Adesso le prime sfide sono nomine e sprechi

Basta sprechi, via auto blu, e il tema del vitalizi va affrontato sì, e lo sarà, ma senza strumentalizzazioni. Il nuovo governatore di Sicilia Nello Musumeci, l'uomo di destra sostenuto dal centrodestra unito che i siciliani hanno incoronato domenica, tributandogli un rotondo 39,8%, ha le idee chiare. Tutte le liste che lo hanno sostenuto hanno superato lo sbarramento del 5%, Musumeci, contrariamente agli ultimi governatori della Regione, ha una maggioranza di 36 deputati regionali su 70 che gli consente di governare senza inciuci di nessun tipo: «E comunque formeremo maggioranze parlamentari palesi sulle proposte», assicura a Palermo, dove è approdato lunedì a tarda sera per un rapido blitz, per dire grazie agli elettori.

Non un caso che Musumeci abbia scelto la capitale politica dell'isola che è la sede del parlamento siciliano, dopo il discorso istituzionale pronunciato a Catania, per fare alcune dichiarazioni più specifiche. Per presentare il suo biglietto da visita, soprattutto a chi lo accusa di essere un presidente imbrigliato nella maggioranza che lo sostiene. E dunque le auto blu: «Spesso mi sembrano inutili, se non dannose. Io da presidente della commissione regionale antimafia viaggiavo sempre in treno». E poi la lotta ai fitti passivi, i vitalizi, tema che «sarà affrontato con gli altri gruppi parlamentari». Ma senza le strumentalizzazioni targate Cinque stelle: «Abbiamo già tagliato del 42% i nostri emolumenti e i vitalizi ai deputati in carica».

Musumeci respinge le accuse di chi gli rinfaccia di essere stato eletto grazie agli impresentabili: «Ho avuto qualche punto in meno delle mie liste, avevo chiesto agli impresentabili di non votarmi, sono stati puntuali e precisi». E lancia anche qualche segnale ai politici che lo sostengono (ieri con Matteo Salvini, accorso anche lui a Catania per festeggiarlo visto che Noi con Salvini entra per la prima volta all'Ars con un deputato, si è incontrato in aeroporto). E che lo aspettano al varco, visto che il primo scoglio da affrontare sarà la nomina degli assessori. «La strada è tutta in salita, so che incontrerò qualche problema perché dovrò dire qualche no. Però bisogna liberare questa terra da ambiguità opache». Un riferimento agli assessori che da qui a qualche giorno dovrà indicare? Il neo governatore glissa: «Se vi dico a cosa mi riferisco...», risponde ai cronisti. Ma l'allusione alla giunta di imminente nomina è sembrata chiara. Ad ascoltare Musumeci alcuni assessori in pectore. In primis l'avvocato Gaetano Armao, il leader degli indignati, che a inizio campagna elettorale era in predicato per la corsa alla Presidenza e che dovrebbe essere il vicepresidente di Musumeci, con (probabile) delega all'Economia. Ad accogliere Musumeci vincitore lunedì sera a Palermo c'era anche l'ex rettore di Palermo Roberto Lagalla, già assessore alla Sanità col governo Cuffaro, che questa volta potrebbe andare all'Istruzione. Certo - lo ha indicato direttamente Silvio Berlusconi, chiamandolo sul palco del teatro Politeama a Palermo - Vittorio Sgarbi ai Beni culturali. Poi si passa al campo del toto-nomi. Ed è in questo quadro l'ipotesi di ingresso in giunta anche di un assessore di Noi con Salvini, il deputato e coordinatore della Lega nella Sicilia Occidentale Alessandro Pagano. Anche per lui si parlerebbe di un ritorno, visto che assessore è stato già sempre col governo Cuffaro.

Si vedrà. Certo è che Musumeci intende far valere le sue prerogative in tema di nomina degli assessori. Sulla carta le forze che lo hanno sostenuto dovrebbero indicarne, secondo un criterio matematico, uno ogni tre per cento conquistato. Ma con Musumeci è difficile che si ragioni così. Il primo vertice di maggioranza col neo governatore è fissato per la fine della settimana.

Musumeci, dopo la maratona elettorale, si rilasserà per qualche giorno in campagna.

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