Ma Napoli tace E su sei tunisini gli 007 lanciano l'allarme rosso

Napoli La calma a Napolislam è solo apparente. Perché nel melting-pot vesuviano, dove ieri la comunità di Allah non ha sentito l'esigenza di scendere in piazza e manifestare contro l'Isis né c'è stato qualcuno delle istituzioni che le ha chiesto di farlo, le antenne dell'intelligence si sono drizzate per la presenza di sei cittadini tunisini che tifano per gli sgozzatori di al Baghdadi. Il loro capo è un 35enne matematico, laureatosi all'università «Federico II» con una tesi sull'analisi differenziale. Si chiama Sofiene Blel. Gli altri del gruppo sono quasi tutti lavoratori precari. Un paio gestisce bancarelle e piccole botteghe nel centro storico. Altri due, invece, sono pregiudicati per contraffazione e commercializzazione di marchi industriali. Sono vu' cumprà, in pratica. Girando per la città, si possono facilmente incrociare sui marciapiedi mentre allestiscono gran bazar di borse e ombrelli e portafogli contraffatti. Si sono tutti inguaiati parlando troppo in pubblico e postando frasi inneggianti al jihad su Facebook, il più grande alleato dei servizi segreti occidentali in questa caccia al nemico.Frequentano per lo più le zone più povere del capoluogo, dove il degrado non fa distinzione di razze o religioni. I loro profili social, da qualche settimana, registrano però un improvviso cambio di rotta. Sofiene lo ha disattivato, alcuni invece hanno cambiato nome. Un altro ha scelto un nickname napoletano. E sta provando a depistare con foto innocenti di panorami e bellezze cittadini. Sono stati assai accorti, ma non è bastato. Sono usciti allo scoperto quando, nel corso della preghiera del venerdì, hanno violentemente contestato l'imam della moschea di via Cosenz che aveva espresso solidarietà alle vittime dell'attentato terroristico nella redazione del settimanale Charlie Hebdo. Hanno difeso le ragioni dei fratelli Kouachi, i due ammazzacristiani autori della strage e, per protesta, hanno abbandonato l'edificio. Da quel momento, sono entrati di nuovo nell'ombra. Hanno continuato a frequentare la moschea pakistana di via Spaventa senza però allontanare i dubbi sulla loro reale condotta.I servizi di sicurezza li tengono d'occhio.

È stata ricostruita la loro rete di contatti, a partire proprio dai proseliti che Sofiene è riuscito a mettere assieme sfoggiando, con la sua retorica carica di disprezzo per l'Occidente, sofisticate e profonde conoscenze religiose inusuali per uno studioso di numeri e di logica. Ma davanti al Corano, pure la matematica diventa un'opinione.

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