Il giorno dopo il referendum sull'autonomia di Lombardia e Veneto, dalle parti del Pd cala una nebbia fitta, tanto per rimanere in Padania e Polesine. Non si aspettavano un risultato del genere e non sanno che pesci prendere. I colonnelli lombardi si scatenano sul quasi flop del voto elettronico, cosa vera ma del tutto marginale rispetto al problema. Il ministro Martina dice che di ridiscutere la spartizione del gettito fiscale non se ne parla neppure, Renzi che ha taciuto per tutta la campagna referendaria prova una generica e tardiva apertura alle istanze nordiste ma manda in tv il fidato Matteo Ricci, sindaco di Pesaro, a sostenere che voto o non voto nulla di importante potrà cambiare.
La realtà è che a sinistra sono letteralmente storditi dai cinque milioni e mezzo di cittadini che contro le loro aspettative sono corsi alle urne su una iniziativa targata centrodestra presa sottogamba un po' da tutto quel fronte.
Dopo quello sul referendum sulla riforma del Senato di un anno fa è una sberla che non ci voleva, non alla vigilia di una campagna elettorale che già appare tutta in salita e che lo sarà ancora di più tra quindici giorni dopo la probabile sconfitta così dicono tutti i sondaggi alle elezioni regionali siciliane. Da Nord a Sud per Renzi e compagni è tutta una Caporetto figlia di ordini e contrordini, di guerre nello stato maggiore, di disabitudine a governare con il consenso invece che con gli intrighi di palazzo.
Adesso partirà la campagna sul rischio secessione e sulla mancanza di solidarietà, che è un po' come buttare la palla in tribuna per allentare l'assedio e guadagnare un po' di tempo. Ma di tempo la sinistra ne ha ben poco. Ancora qualche settimana e la legislatura di fatto finirà. Saranno, di fatto, il prossimo Parlamento e il prossimo governo a trattare con Zaia e Maroni. E allora, con un po' di fortuna nelle urne delle politiche, c'è la possibilità che sia il centrodestra la controparte di Lombardia e Veneto.
Altra storia, altra musica e magari anche altre regioni sedute a un tavolo che può davvero cambiare l'organizzazione dello Stato e la vita pratica dei cittadini. Di tutti, non soltanto di quelli del Nord che hanno fatto da apripista.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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