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Nel centro di accoglienza lo scontro di civiltà diventa rissa tra rifugiati

Maxi rissa con bastoni e coltelli tra cristiani e musulmani ospiti. In 6 finiscono in ospedale

Nel centro di accoglienza lo scontro di civiltà diventa rissa tra rifugiati

Venezia - Lo scontro tra etnie e religioni, qui in casa nostra. Sangue, persone a terra moribonde, teste fracassate, tagli sulle mani e sul collo e ancora sangue, sangue ovunque.

Siamo nell'ex base militare di Conetta, frazione di Cona, un comune del veneziano. Conetta è una distesa infinita di campi, in tutto ha 197 abitanti, 197 ai quali si aggiungono i quasi 700 richiedenti asilo che, da otto mesi, sono ospitati nell'ex base. Attorno a questa struttura non c'è una casa, non c'è una strada asfaltata, non c'è anima viva. I cancelli del campo si aprono e si chiudono, facendo vibrare quei fasci di filo spinato che ancora lo racchiudono. Il tempo da fuori sembra essersi fermato, in una sorta di bomba a orologeria pronta a esplodere.

E, infatti, l'altra sera il tempo ha scandito il suo game over, le lancette dell'orologio segnavano le 19.30 quando giovedì è scoppiata una brutale maxirissa. Fonti vicine a Il Giornale dicono che i nigeriani cristiani se la sono presa con i pachistani e gli afghani musulmani e che si sono colpiti come bestie, usando coltelli, asce, bastoni di legno, spranghe e tubi di ferro. Insomma tutto quello che capitava loro sotto mano. Una sorta di mini-jihad, trasportata qui nelle nostre terre, e dovuta al fatto che i cristiani in Nigeria vengono massacrati dai musulmani, così una volta qui si vendicano. Giovedì se le sono date di santa ragione. Stando ai racconti e alle testimonianze di chi era sul posto, i musulmani erano in fila per ricevere il pocket money, che viene dato loro ogni quindici giorni. I nigeriani a quel punto si sono avvicinati, hanno detto loro qualcosa e qui hanno cominciato a colpire. Hanno tirato fuori coltelli, qualcuno parla anche di asce, tubi di ferro e bastoni di legno. Una vera e propria guerriglia, un vero e proprio scontro violento tra etnie e religioni diverse. La stessa eterna lotta tra cristiani e musulmani, aggravata dal sovraffollamento del centro di accoglienza. «All'interno del campo, in una tenda sono più di un centinaio ci spiega il nostro contatto - e tutte le persone provengono da Paesi differenti, hanno lingue e religioni diverse. Different religions continua a dirci different religions, così è naturale che inizi un combattimento. I nigeriani hanno anche i coltelli». Stando ai racconti delle nostre fonti, sembrerebbe che i nigeriani si siano procurati le lame al di fuori del campo, nei negozi del piccolo centro. I richiedenti asilo, infatti, durante il giorno possono uscire, percorrendo quell'immenso viale sterrato, in bicicletta, che li conduce in Paese. E ora questo preoccupante episodio sta provocando allarmismi in molti residenti. E non mancano i casi di chi di notte si è ricavato una scappatoia, per uscire non visto dalla ex base. Sul retro del campo, fino a qualche settimana fa, era infatti ben visibile un buco nella recinzione a grandezza uomo. Quello che fa preoccupare e allarmare sarebbe soprattutto la presenza di queste armi bianche all'interno del campo. «We are afraid ci dicono i profughi noi abbiamo paura». Gli scontri infatti sono stati molto violenti. A finire in ospedale, pieni di sangue, alcuni con le teste rotte, sono stati almeno sei richiedenti asilo. Sul posto si è subito reso necessario l'intervento delle forze dell'ordine, rimaste a lungo per evitare che la situazione degenerasse ancora, oltre che tre ambulanze giunte a sirene spiegate per soccorrere i feriti. I tumulti sono durati a lungo. E il giorno dopo la notizia è trapelata, confermando la violenta rissa, con calci, pugni e diversi colpi proibiti.

Alcuni residenti, preoccupati dal via vai di volanti e ambulanze sono andati alla ex base, giovedì sera, ma dall'esterno, raccontano ora, non si vedeva nulla. E, infatti, l'inferno era all'interno. Un inferno che rischia ancora più di bruciare e alzare le fiamme.

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