Gian Micalessin
Stavolta le balene non c'entrano. Stavolta Greenpeace va all'arrembaggio di una baleniera molto più grande. Una baleniera chiamata America. Una baleniera accusata di voler usare i propri arpioni per derubare l'Europa dei suoi marchi e spingerla ad adeguare le sue rigorose norme alimentari a quelle, molto più permissive, in vigore negli Stati Uniti. L'oceano misterioso su cui si gioca la nuova grande battaglia è quello del Ttip, ovvero del futuro «Trattato di Libero scambio» tra Unione Europea e Stati Uniti. Un oceano oscuro perché le trattative, in corso dal luglio 2013, per la reciproca apertura dei due mercati, l'eliminazione degli ostacoli tariffari e non, e l'avvio di un nuovo giro d'affari stimato in 120 miliardi di euro sono rigorosamente segrete. A far luce su quel segreto ci prova Greenpeace annunciando di esser in possesso di oltre 200 cartelle sottratte ai negoziatori. Cartelle senza valore secondo le autorità dell'Unione Europea perché contenenti soltanto le richieste americane precedenti l'avvio della trattativa. Cartelle scottanti - secondo Greenpeace perché proverebbero che gli accordi minacciano da una parte di rendere meno rigorosi i controlli sui prodotti alimentari, adeguando le procedure a quelle americane, e, dall'altra, di mettere a rischio quei marchi considerati veri tesori agro-alimentari da Italia, Francia e paesi europei.
Secondo Greenpeace marchi come lo Champagne, il Chianti, il Parmigiano Reggiano o il Marsala, difesi fin qui dalle regole europee, rischiano di scomparire aprendo la strada alle imitazioni «made in Usa». Assieme ai marchi rischia però di venir svenduta anche la salute degli europei costretti ad accettare i bassi parametri di tutela sanitaria che regolano il settore alimentare statunitense. «Le carte in nostro possesso lo dimostrano, la posizione americana è pessima. Ma quella europea non è migliore - attacca Jorgo Riss, direttore di Greenpeace per l'Unione Europea - Dobbiamo evitare un compromesso capace di spianare la strada a una gara al ribasso negli standard della salute e della tutela dei consumatori». Proprio per questo Greenpeace invita gli europei a mobilitarsi per bloccare i negoziati. «I sospetti di milioni di persone erano fondati», annunciavano ieri gli striscioni innalzati durante la conferenza stampa in cui l'organizzazione ambientalista ha illustrato i documenti segreti e l'avvio della campagna #ttipleak su Twitter». Una campagna liquidata come una «tempesta in un bicchier d'acqua» dalla Commissaria al Commercio, Cecilia Malmstrom. Secondo la Commissaria l'allarme è «basato sul nulla» perché Greenpeace ha semplicemente reso pubbliche le richieste americane e non i «risultati finali» o «la base qualche accordo».
La Casa Bianca ha intanto fatto sapere di non essere assolutamente preoccupata per la fuga di notizie. Secondo il portavoce Josh Earnest le indiscrezioni non avranno alcun impatto sulla tabella di marcia delle trattative.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.