Nella Lega scoppia la guerra dei dossier su soldi, tesseramento e ultradestra

I "ribelli" rinfacciano al movimento "Noi con Salvini" di usare i fondi del partito. Le amicizie nere del dissidente

Nella Lega scoppia la guerra dei dossier su soldi, tesseramento e ultradestra

Milano - «Con Tosi eravamo amici, ora mi dice di tutto. Con lui ho finito le guance da porgere» avverte Matteo Salvini. Dopo decenni di convivenza in Lega, e di militanza spesso ravvicinata (entrambi mai amati da Bossi), le cartucce da spararsi addosso, ora che sono diventati avversari, sono parecchie. La linea di via Bellerio è di ignorare Tosi, smettere di parlarne per non sembrare un partito occupato dalle liti (Zaia: «Non ho tempo da perdere»), buttarsi a capofitto nella campagna elettorale che sarà un test decisivo per la segreteria di Salvini, e per la sua corsa alla leaderhip nel centrodestra. Ma con Tosi che imperversa in tv, rinfaccia a Salvini scorrettezza e slealtà, raduna le truppe a Verona per lanciare la sfida a Zaia, non si può far finta di niente anche perché scorre del risentimento per com'è finita e c'è voglia di rivincita soprattutto sul versante veronese.

L'elettorato del nuovo Tosi ex leghista, poi, è nel centrodestra, si sovrappone in parte a quello della Lega e quindi è ipotizzabile che il sindaco punterà sui leghisti che non si riconoscono nel lepenismo di Salvini. Ma anche nell'altro fronte non si spara a salve. Nessuno nel Carroccio si augura una guerra di dossier, tra Tosi, Salvini, Zaia e Maroni, ma il materiale non manca. E già circolano tra i fedelissimi di entrambi i lati. Se si va tra i tosiani, ad esempio, molti dei quali - il numero preciso è top secret - hanno la doppia tessera della fondazione di Tosi, il mirino è puntato su «Noi con Salvini», l'associazione del segretario nata pochi mesi fa per raccogliere voti al Sud. «Hanno cacciato Flavio con la scusa dei Fari (la sua associazione, ndr ), che si autofinanziano, invece su quella di Salvini, pagata con i soldi della Lega nord, nessun problema? E i deputati che lavorano al movimento di Salvini, riceveranno anche loro l'ultimatum per scegliere tra Lega e Noi con Salvini?» chiede con feroce ironia un fedelissimo del sindaco.

Ma nel mirino dei supporter di Tosi c'è anche Roberto Maroni, accusato di aver voltato la faccia al sindaco, dopo averlo supportato fino ad inaugurare insieme a lui il «Faro» di Pordenone («Gli abbiamo dato la tessera onoraria» ti ricorda il tosiano doc). Qualche attacco è già arrivato e a Maroni tocca rispondere sui social: «Provo fastidio a leggere dichiarazioni polemiche nei miei confronti di qualche (ex) leghista veneto che non sa nulla di quanto è accaduto davvero in queste settimane, di quello che ho tentato per evitare la rottura tra Matteo e Flavio, dei miei colloqui con Tosi, delle proposte di soluzione (ragionevole) che ho avanzato ma che (purtroppo) non sono state accettate».

Ma anche contro Tosi sono puntati i fucili. Se punterà ai voti moderati accusando Salvini di aver portato la Lega «a destra», torneranno utili i nomi della Verona nera vicina all'ex segretario della Liga veneta. Un nome già cerchiato è quello di Piero Puschiavo, fondatore di Veneto Fronte Skinheads, una leggenda nella destra veronese. Oggi è con Tosi, e con lui ha presentato a Mantova la nuova sede dei Fari.

Poi, sempre per smontare il moderatismo di Tosi, sono pronti a ricordare la condanna del 2009 per incitamento all'odio razziale. E ai supporter di destra ha già accennato da Salvini: «Governa Verona con tutte le destre possibili e immaginabili...». À la guerre comme à la guerre.

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