Nicastri scagiona Siri: non sapeva dei soldi

L'imprenditore nega che l'ex sottosegretario fosse a conoscenza dei 30mila euro

Nicastri scagiona Siri: non sapeva dei soldi

I 30mila euro da Paolo Arata ad Armando Siri? «Ho sentito dire (nell'occasione finita agli atti in forma di intercettazione ambientale, ndr) che c'era questa promessa di 30mila euro, però se fosse solo intenzione di Arata o che il senatore Siri ne fosse a conoscenza, non so dire». Manlio Nicastri, figlio del «re dell'eolico» Vito, risponde ai magistrati sulla presunta mazzetta che ha messo nei guai l'ex sottosegretario alle Infrastrutture.

Ieri al Tribunale di Roma si è svolto l'incidente probatorio di Vito e Manlio Nicastri davanti al gip Emanuela Attura e al pm Mario Palazzi. Arata, imprenditore ed ex parlamentare di Fi, e Siri sono indagati per corruzione. Erano presenti all'incidente probatorio anche lo stesso Arata e i difensori degli indagati. I due Nicastri erano chiamati a confermare o meno il presunto piano di Arata di corrompere l'ex sottosegretario leghista per ottenere emendamenti a favore delle sue aziende nel settore eolico, di cui Nicastri sarebbe stato socio. Al centro di tutto la frase intercettata in cui Arata dice ai due interlocutori: «Gli do 30mila euro perché sia chiaro tra di noi, io ad Armando Siri, ve lo dico...».

Vito Nicastri ha aggiunto: «Mi sembra di aver conosciuto Siri a un pranzo a casa di Arata», incontro che sarebbe avvenuto prima dell'elezione del leghista in Parlamento. Ma qui Arata è intervenuto: «Quanto detto da Nicastri non corrisponde a verità. Posso portare mia moglie a testimoniare che la circostanza non è assolutamente vera». In passato Siri aveva negato di conoscere Nicastri. Lasciando il Tribunale, il difensore di Arata, l'avvocato Gaetano Scalise, ha riferito: «Manlio Nicastri ha escluso che il senatore fosse a conoscenza di dazioni di denaro. Entrambi hanno riferito di aver interpretato le parole di Arata come un'intenzione dello stesso, ma nulla più. Siri dunque non sapeva dei 30mila euro». E l'avvocato Fabio Pinelli, che assiste Siri: «Noi siamo terzi rispetto alla vicenda, queste sono chiacchiere fatte da soggetti diversi rispetto a Siri. Durante l'incidente probatorio è emerso in modo inconfutabile non solo che non c'è stata dazione, ma neanche offerta.

Faccio presente, in ogni modo, che l'eventuale offerta sarebbe stata respinta da Siri. Ma sia Vito Nicastri sia suo figlio hanno detto che nessuna offerta è stata fatta. Sarebbe dovuta essere fatta dopo l'approvazione dell'emendamento che non è stato però approvato».

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