Nigeria, don Pallù libero: «In un anno due sequestri»

Il sacerdote rilasciato dopo sei giorni: «Ho avuto paura». La madre: «Decisiva la sua dolcezza»

Serena Sartini

È stato sei giorni nelle mani dei rapitori, poi il rilascio. Don Maurizio Pallù, sacerdote di 73 anni originario di Firenze, della diocesi di Roma, rapito in Nigeria il 12 ottobre, è stato liberato, sta bene e presto tornerà in Italia. L'annuncio è del ministro degli Esteri, Angelino Alfano, e la notizia è stata diffusa immediatamente dalla Radio Vaticana che ha pubblicato una intervista al sacerdote dalla Nigeria. «Ho avuto attimi di paura ha raccontato il missionario, che fa parte del cammino neocatecumenale - ma devo dire che ho sentito molto l'assistenza dei santi, della Vergine Maria, di Carmen Hernandez (iniziatrice dei neocatecumenali, ndr)».

Don Maurizio è stato liberato ieri, nel giorno del suo compleanno. Si tratta del secondo rapimento in un anno. «Questa è stata più difficile della prima volta - ha raccontato - ma ho visto i miracoli che il Signore ha fatto. In un anno sono stato rapito due volte ma io sono convinto che Dio distruggerà l'opera del demonio». Don Pallù è stato preso ostaggio insieme ad altre due persone mentre andavano in Benin. «Siamo stati prelevati sulla strada ha aggiunto sono venuti fuori sparando e poi ci hanno portato nella foresta. Era una banda di rapitori, abbiamo camminato piuttosto a lungo verso un luogo solitario e poi siamo stati lì. Loro avevano poco da mangiare, siamo andati avanti così, e abbiamo bevuto l'acqua del torrente, ma stiamo bene e siamo vivi».

Anche Papa Francesco ha pregato per la liberazione del sacerdote e la diocesi di Roma ha espresso «gioia» per la notizia. «Rendiamo grazie alla Provvidenza divina che ha reso possibile la conclusione di una vicenda che destava molta preoccupazione», sottolinea la diocesi romana.

In Nigeria da tre anni, don Pallù è un presbitero itinerante del cammino neocatecumenale. «Don Maurizio è stato rapito per chiedere soldi spiegano fonti missionarie la Nigeria è la cartina tornasole delle contraddizioni del continente africano. È un Paese ricchissimo, grazie all'oro nero, ma allo stesso tempo è un Paese dove è forte la concentrazione di denaro nelle mani delle oligarchie locali. Per questo ci troviamo di fronte a vere e proprie bande e la chiesa locale è spesso in prima linea; i predicatori del Vangelo possono essere dei facili bersagli perché considerate figure scomode per la promozione della giustizia sociale». A quanto si apprende da fonti missionarie, dunque, per la liberazione di don Pallù sarebbe stato pagato un riscatto. Per la madre del sacerdote fiorentino, invece, sono state «le parole e la dolcezza» del figlio a convincere i rapitori a rilasciarlo. «La liberazione di Maurizio mi ha donato dieci anni di vita.

Sono stati giorni difficili dice - ero molto preoccupata, però ero rassicurata dalla telefonata che mi aveva fatto Maurizio e sapevo che i sequestratori non lo trattavano male». Il sacerdote, che si trova ora nella capitale nigeriana Abuja, dovrebbe rientrare presto in Italia. «Io vorrei restare qui dice il missionario perché il demonio lo si sconfigge stando qui».

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