Ascoltarsi reciprocamente e confrontarsi, ma anche superare le resistenze e abbattere il muro dell'omertà. I bambini siano rispettati, basta violenze e molestie. Alla vigilia del summit che da domani vedrà riunite 190 persone, presidenti delle Conferenze episcopali di tutto il mondo, ma anche rappresentanti delle chiese orientali, religiosi e religiose, parla al Giornale padre Federico Lombardi, gesuita, ex direttore della sala stampa della Santa Sede e nominato da Papa Francesco moderatore del vertice straordinario, una prima assoluta su questo tema. Saranno presenti 114 vescovi-presidenti o loro rappresentanti, provenienti dai cinque continenti, 14 capi delle Chiese orientali, 12 religiosi e 10 religiose, una decina di capi dicastero, il sostituto e il segretario per i rapporti con gli Stati, 5 membri del Consiglio di Cardinali. «Il tema degli abusi commessi dai sacerdoti è stato affrontato diverse volte dai Papi ma questa è la prima volta che vengono convocate a livello globale le conferenze episcopali. Già la scorsa estate Francesco aveva inviato una Lettera senza precedenti a tutto il popolo di Dio, in occasione della Giornata Mondiale della Famiglia, nella quale aveva espresso vergogna e pentimento per gli abusi sessuali commessi dal clero. Su questa linea si inserisce il summit che inizia domani e che ha l'intenzione di incoraggiare la mobilitazione della comunità e della Chiesa nel rendere tutti maggiormente consapevoli della gravità di simili atti. L'invito è ad ascoltare le vittime e a prendere coscienza dei danni che questi abusi comportano, oltre che a suggerire modi concreti con cui questi fatti devono essere affrontati nella Chiesa e nelle società, e le leggi che ogni Paese deve adottare».
Che passi concreti possiamo attenderci da questo vertice?
«Ci sono ancora tanti vescovi, in numerose parti del mondo, che sono confusi e non sanno come affrontare il problema. Obiettivo di questo vertice è superare la resistenza, ma anche la tendenza ancora diffusa al nascondere argomenti spiacevoli. Ed ancora: denunciare gli abusi, lavorare nella prevenzione. È infatti ancora diffusa una cultura del nascondimento di questi atti gravissimi, non solo per le vittime ma per l'intera Chiesa che perde la propria credibilità e che viene gravemente danneggiata nella sua interezza».
Che messaggio intende lanciare il Pontefice?
«Il Papa desidera che tutti coloro che partecipano al summit possano tornare nelle loro chiese e adottino le giuste misure per combattere questa piaga, con un atteggiamento di vigilanza e coscienti di come possono comportarsi per reagire di fronte a questi atti gravissimi; un vescovo che si trovasse di fronte a simili abusi potrà dunque chiedere aiuto nell'obiettivo della protezione e prevenzione, Misure che devono anche essere messe in pratica, e non solo dove ci sono stati gravi scandali, perché il problema esiste dappertutto. Al summit, dunque, ci saranno condivisione e confronti, ma anche indicazioni di metodi, soluzioni pratiche che saranno di grande aiuto per tutti. A conclusione del vertice, domenica, il Papa terrà un discorso e tirerà le somme dell'incontro».
Cosa pensa dei veleni e dei dossier che stanno circolando alla vigilia del vertice?
«A noi interessano i bambini, che siano rispettati e
che si ponga fine alle violenze e ai maltrattamenti. Tanto più, vogliamo che i bambini siano rispettati da persone della Chiesa, che devono essere d'esempio. Vogliamo questo e lo vogliamo portare avanti a qualsiasi costo».
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