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"Non è populismo". Berlusconi applica la lezione francese

L'analisi del Cavaliere sulla vittoria del Front National: puntiamo sull'unità dei moderati, ma niente fughe a destra

"Non è populismo". Berlusconi applica la lezione francese

Parigi chiama Roma. Ma all'altro capo del telefono le risposte si confondono, senza comporsi in un'unica voce. La scossa «frontista» proveniente da Oltralpe mette alla prova il centrodestra italiano. Il trionfo del Front National incontra letture diverse tra i partiti della rinata coalizione e anche dentro Forza Italia si colgono alcune differenze. I sentimenti sono oscillanti tra euforia, attenzione, moderato rispetto e scetticismo preoccupato.C'è chi teme un rafforzamento delle destre estreme e il pericolo di un allontanamento dei moderati e chi festeggia, soprattutto dalle parti della Lega e di Fratelli d'Italia, prefigurando un «effetto traino» in vista dei prossimi appuntamenti elettorali.

Silvio Berlusconi raccomanda di lavorare per l'unità del centrodestra italiano, senza liquidare il partito delle due «M», Marine e Marion, come semplice populismo. Anzi nel partito azzurro si pensa già alla possibilità di battere al più presto un colpo, dare continuità allo «spirito di Bologna» (città dove i tre leader si sono ritrovati a condividere il palco, aprendo il nuovo corso della ricostruzione) e fornire così un segnale all'esterno. In questo senso si sta lavorando a una conferenza stampa congiunta dei tre capigruppo sulla «contromanovra» del centrodestra da tenersi nei primi giorni della prossima settimana come prima iniziativa. Obiettivo: disinnescare la tentazione di rinchiudersi in un «polo identitario» che in Italia non ha i numeri per competere e attrarre anche l'elettorato più moderato.Al contrario, è il ragionamento che continua a farsi strada nel quartier generale di Arcore, bisogna lavorare sui contenuti e sul messaggio, rendendo la comunicazione di Forza Italia, Lega e Fratelli d'Italia quanto più possibile univoca. Tanto più se si guardano i sondaggi che - sia pure nel silenzio di molti media nazionali - indicano una partita apertissima tra centrodestra e centrosinistra, come dimostra l'ultimo sondaggio Emg Acqua diffuso da Enrico Mentana per il Tg de La7. La rilevazione vede il Pd attestato al 30%. Sull'altro fronte la Lega è al 16,4; Forza Italia all'11,9%; Fratelli d'Italia al 4,7%, per un totale del 33% per l'eventuale listone.

Se si aggiungesse alla percentuale del Pd quella di Ncd-Udc, pari al 2,4, il listone di governo toccherebbe quota 32,4%, restando sotto il centrodestra.Esistono, dunque, le condizioni per giocare per vincere recuperando messaggi chiari, coraggio, dialogo e connessione con la società civile, senza percorrere a tutti i costi la via della fuga verso destra. Serve un progetto, insomma, non scimmiottare un modello lontano dalla tradizione italiana. Un compito per il quale, è il ragionamento che si fa ad Arcore, è fondamentale la regia di Berlusconi perché, pur nella ricchezza e nella varietà delle sfumature politiche interne alla coalizione, solo Forza Italia può intestarsi il compito di «parlare alla pancia e alla testa del Paese». L'importante è che - come dice Gianfranco Rotondi, non sia «il populismo a inghiottire i moderati», ma che si lavori di concerto e tutte le anime possano coesistere. Tanto più che esiste una differenza sostanziale tra la situazione francese e quella italiana.

«Mentre in Francia non è possibile l'unità del centrodestra fra Sarkozy e Le Pen» ragiona Deborah Bergamini «in Italia l'alleanza fra Forza Italia, Lega e Fratelli d'Italia si è già ricostituita, dalla manifestazione di Bologna, grazie al presidente Berlusconi, Salvini e Meloni».

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