Non si vota prima di settembre. Protesta bipartisan delle Regioni

Il governo rinvia le Amministrative e vuole abbinarvi il referendum. I governatori: non ci hanno ascoltati

Non si vota prima di settembre. Protesta bipartisan delle Regioni

No alle elezioni sotto l'ombrellone: il governo vara il decreto con lo slittamento di Amministrative e Regionali che si sarebbero dovute tenere in primavera. La scadenza degli organi regionali è prorogata al 31 agosto. La nuova finestra è fissata tra il 15 settembre e il 15 dicembre. L'ipotesi più accreditata è di un election day per primo turno delle Comunali, Regionali e referendum sul taglio dei parlamentari. Decisione che andrà concordata tra i presidenti di Regione e il ministro dell'Interno Luciana Lamorgese. Il ministro per i Rapporti con il Parlamento Federico D'Incà si sbilancia sull'opzione election day: «Oggi in Consiglio dei ministri abbiamo deciso di rinviare le elezioni regionali per permettere la partecipazione democratica. Ipotizziamo un eventuale election day tra settembre e ottobre per risparmiare in termini di tempo e risorse». L'idea del Pd è un'altra: il ministro della Cultura Dario Franceschini avrebbe suggerito di individuare la data del 27 settembre per le Regionali, accorpando, invece, referendum e Comunali in una domenica tra fine ottobre e novembre.

Lo slittamento a settembre apre, però, lo scontro con le Regioni che accusano il governo: «Nel Consiglio dei ministri è stato approvato un provvedimento che prevede lo slittamento del voto tra settembre e novembre e cancella la finestra di luglio, sulla quale erano state consultate, con esito positivo, molte delle Regioni che andranno al voto. Spiace che il governo abbia approvato un diverso Decreto senza alcun ulteriore confronto», protestano in una nota congiunta i governatori regionali Giovanni Toti, Luca Zaia, Vincenzo De Luca e Michele Emiliano. «Pertanto - spiegano i governatori - ritenendo, per quanto è possibile prevedere oggi, che l'estate sia la stagione più sicura dal punto di vista epidemiologico, ribadiamo la necessità di allargare la finestra di voto, come da noi richiesto, al mese di luglio. In ogni caso è comune intendimento convocare i cittadini al voto nella prima data utile consentita dal provvedimento del governo». Il ministro D'Incà chiarisce le ragioni del rinvio: «Lo svolgimento delle elezioni richiede non solo che sussistano condizioni di sicurezza sanitaria il giorno fissato per il voto, ma anche che sia assicurato il pieno ed effettivo esercizio dei diritti politici nella fase precedente, durante la quale si raccolgono le firme per presentare le candidature e si svolge la campagna elettorale. Queste condizioni non sono compatibili con la convocazione di elezioni prima di settembre». Il ministro indica poi i tempi per arrivare all'election day: «Le elezioni saranno indette dai presidenti regionali al più presto per domenica 6 settembre e al più tardi, per domenica 1 novembre. Le elezioni amministrative si terranno tra il 15 settembre e il 15 dicembre. È ipotizzabile l'election day tra il 20 o 27 settembre».

Sono sei le Regioni dove slitterà il voto a causa dell'emergenza coronavirus: Veneto,

Liguria, Toscana, Marche, Campania e Puglia. Rinvio anche in Valle d'Aosta, Regione a statuto speciale. Tra i Comuni più importanti che torneranno al voto ci sono Venezia, Reggio Calabria, Trento, Bolzano, Arezzo e Viareggio.

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