È la spalla, materiale e legale, sulla quale si appoggiano le donne che hanno deciso di rompere il silenzio. Si presenta davanti alle telecamere al fianco delle accusatrici, le invita a leggere le dichiarazioni sofferte sugli abusi sessuali subiti, le sostiene con lo sguardo, quasi come se patisse con loro e insieme si liberasse anche lei di un peso. Poi prende il microfono e fa tremare vip e potenti di turno. Ultimo della lista: Harvey Weinstein. Ma prima di lui: Bill Cosby, Tiger Woods, O.J. Simpson, Michael Jackson. Dove c'è un predatore sessuale - o presunto tale - c'è lei. Gloria Allred, 76 anni, regina del foro, avvocato di Los Angeles specializzata nei diritti civili e nelle discriminazioni di genere, «combattiva e vincente» come si definisce nel sito in cui condensa la sua biografia e le sfide vinte. Le sue battaglie le ha combattute soprattutto nel nome della parità di genere (come quella contro i club privati che escludono le donne) e contro i molestatori di professione (e di fama). Non a caso c'è lei al fianco dell'attrice norvegese Natassia Malthe e dell'ex assistente di produzione Mimi Haleyi mentre raccontano in conferenza stampa, appena un paio di giorni fa e davanti agli occhi del mondo, le violenze sessuali di cui sono state vittime, ultime di una lista di oltre cinquanta donne che accusano il produttore statunitense Weinstein.
Gloria non teme notorietà e potere. Anzi, è lì (ma non solo) che spesso trova i suoi casi, da oltre quarant'anni, quando fondò la Allred, Maroko & Goldberg, prima di diventare l'attorney d'America, l'avvocato cioè che i colleghi hanno votato fra i migliori del Paese e che il settimanale Time ha definito fra «le più efficaci in tema di diritto di famiglia e cause femministe». «A chi è trattato come un cittadino di seconda classe o come un oggetto sessuale, io dico: basta. Non tollerate una cosa del genere per più di un giorno o un singolo minuto», dice lei.
«Sacrificio, autodisciplina e coraggio» sono le doti che le hanno regalato il successo. Forse anche una buona dose di egocentrismo. Perché Gloria Allred ama le telecamere e si trova sempre a suo agio di fronte allo schermo. Ma più di tutto è la sua storia personale ad aver dato la vera accelerazione alla sua carriera. L'ha raccontata lei stessa in Fight Back and Win («Contrattacca e vinci», ndr), l'autobiografia in cui spiega perché delle discriminazioni e degli abusi ha fatto la sua ragione di vita. Una storia toccante. Cresciuta a Philadelphia da madre casalinga e padre commesso, entrambi senza un'istruzione superiore, Gloria è una ragazza madre, divorziata, quando durante un viaggio in Messico, viene stuprata da un medico sotto la minaccia di una pistola. Resta incinta e ricorre a un aborto illegale, nel quale rischia la vita a causa di un'emorragia. «Non raccontai nulla perché avevo paura di non essere creduta», ha scritto. Ed ecco perché, dopo il trasferimento a Los Angeles e gli studi giuridici, è diventata la voce delle vittime di abusi sessuali.
È lei che ha assistito l'ex Spice Girl Melanie Brown, quando Eddie Murphy non credeva di essere il padre della bambina che portava in grembo. Un test del Dna lo ha costretto a riconoscerne la paternità. Ed è sempre lei che rappresenta 33 delle donne che accusano di molestie sessuali l'attore Bill Cosby, dichiaratosi finora sempre innocente. Poi c'è Rachel Uchitel, una delle donne dello scandalo Tiger Woods, che Allred ha inchiodato a un accordo milionario. E agli esordi - nel lontano 1993 - uno dei ragazzi che ha sollevato lo scandalo pedofilia intorno a Michael Jackson. Fu Allred a sostenere il caso del tredicenne che accusava la star di molestie.
Ora, per la seconda volta, si avvicina alle porte della Casa Bianca. Prima toccò a Bill Clinton, accusato dalla sua assistita Paula Jones di molestie quando era governatore dell'Arkansas (ma il tribunale stabilì che non ci fu violenza sessuale). Ora Gloria ha assunto la difesa di Summer Zervos, la donna che accusa il presidente Trump di averla palpeggiata e baciata senza consenso nel 2007 in un albergo. «Weinstein non è l'inizio né la fine delle storie di abusi a Hollywood e dintorni. Preparatevi a nuovi scandali. Ma il caso Weinstein è un momento di non ritorno perché molte donne hanno capito che non è più il tempo di stare zitte». La differenza però - ne è certa - la fanno i soldi, la compensazione economica.
«Forse è solo quella che può fermare certi predatori». Di certo è il miglior aiuto alle donne che dopo gli abusi hanno bisogno di sostegno psicologico. Per questo ha chiesto alla Weinstein Co. di istituire un fondo per le vittime del produttore.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.