«Norcia ha retto ma è ferita Ora aiuti e opere di sicurezza»

Emanuele Ricucci

Norcia ha retto, ma è ferita. La città umbra è subito salita alle cronache come virtuoso modello di prevenzione; una comunità abituata ai terremoti che ha ripensato la città, a partire dal 1979, per permetterle di resistere. Dopo il terribile sisma dello scorso 24 agosto, Norcia non piange i propri figli ma si rialza profondamente lesionata. Il sindaco Nicola Alemanno parla mentre la terra continua a tremare.

Com'è la situazione a Norcia, avete centinaia di sfollati...

«Abbiamo 863 persone assistite nelle nostre strutture di accoglienza. Ma ho ragione di ritenere che gli sfollati possano essere più del doppio. Le richieste di verifica dell'agibilità degli edifici sono circa 1.600. Il patrimonio immobiliare è stato danneggiato per la terza volta in quarant'anni».

Niente crolli, però...

«Moltissime persone sono fuori casa per la paura, un fenomeno che non è governabile, non è razionale. Lo sciame sismico continua anche con scosse superiori al 4 grado Richter. La paura, purtroppo, non va via».

Quali saranno i prossimi interventi?

«Messe in sicurezza le persone e forniti di tende e bagni chimici gli allevatori che non possono stare lontani dalle aziende, già da alcuni giorni stiamo individuando le aree di Protezione civile attrezzate con piazzole, scarichi, acqua, gas, illuminazione e fogne dove nei prossimi giorni saranno installati i primi moduli abitativi. La notte comincia a fare fresco e la gente ha bisogno di ripararsi».

Le frazioni nursine in che situazione si trovano?

«Purtroppo dal terremoto del 1979 Castelluccio non ha ancora

completato la ricostruzione. I crolli che si sono verificati lì e a San Pellegrino hanno interessato i beni culturali che non erano stati restaurati e i vecchi fabbricati che non avevano ancora subito adeguamenti antisismici».

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