Coronavirus

"Il Nord fa bene a ripartire Ora serve meno burocrazia"

Il presidente dell'associazione dei costruttori romani: "Edilizia pronta. L'impresa si è già messa in sicurezza"

"Il Nord fa bene a ripartire Ora serve meno burocrazia"

«Sburocratizzare, digitalizzare i processi e semplificare». È l'invito rivolto alla Pubblica amministrazione da Nicolò Rebecchini, presidente di Ance Roma Acer, associazione costruttori edili di Roma e provincia, in vista della riapertura dei cantieri: «La Lombardia - sottolinea - fa bene a ripartire, come il resto d'Italia. Il sistema di impresa ha già dimostrato di essersi dotato di tutte le misure di sicurezza».

L'emergenza Covid19 imporrà di introdurre precauzioni e ridurre i contatti tra le persone anche nella Fase 2. Come arriverete al D-Day del 4 maggio?

«Noi come Ance siamo prontissimi a ripartire. Si consideri che, nonostante il 90% dei cantieri della Capitale sia chiuso da marzo, alcuni cantieri come quelli relativi ai pubblici servizi hanno proseguito a lavorare anche nel corso del lockdown, dimostrando in che modo conciliare le necessarie precauzioni a tutela della salute e la continuità dei lavori. Il punto interrogativo riguarda la Pubblica amministrazione per cui il distanziamento sociale imposto dal coronavirus rappresenterà, nei prossimi mesi, una sorta di stress test».

Quando si pensa ai rapporti con la Pubblica Amministrazione, siamo abituati a immaginare file, «pellegrinaggi» tra uffici e montagne di carte da presentare Per un settore come quello delle costruzioni questo scenario potrebbe essere elevato al quadrato. Sarà così anche in futuro?

«Ci auguriamo che il coronavirus spinga sempre di più la Pubblica Amministrazione ad adottare scelte virtuose che, oltre a raggiungere l'obiettivo di distanziamento sociale, rendano più semplice, efficiente, veloce e trasparente il rapporto con le imprese costruttrici e, in ultimo, con il cittadino. Il Covid19 ha imposto, con forza, la revisione dei processi. Non si può proseguire a ragionare come si è fatto negli ultimi vent'anni. L'alternativa è il disastro. Finora per ottenere le autorizzazioni necessarie, ad esempio, alla costruzione di un edificio, occorrevano anni e un costante rapporto diretto con la Pa. Non si può più procedere in questo modo a causa dei vincoli di distanziamento sociale. Occorre ripensare i processi e l'erogazione dei servizi in chiave digitale, ottimizzare lo smartworking, semplificare l'accesso all'utilizzo delle autocertificazioni, riordinare il ruolo delle istituzioni nelle gare d'appalto evitando le attuali sovrapposizioni e, allo stesso tempo, stringere sui controlli. In pratica dobbiamo mettere l'intero sistema in condizioni di tornare a lavorare e produrre».

Pare complesso a due settimane dalla riapertura

«Certo non mi illudo che fin da subito possa essere rivoluzionato un intero sistema. Probabilmente i nostri interlocutori non sono ancora preparati a rivedere processi e servizi in chiave digitale. Ma, in un momento così critico per l'economia italiana, vorrei vedere dei segnali di un cambio di passo che permetta alle imprese costruttrici di guardare al futuro con maggiore serenità. A livello nazionale stiamo cercando di portare avanti anche queste esigenze».

Quali sono le altre istanze state portando avanti?

«In generale per far ripartire i consumi anche nel settore immobiliare serve un piano importante di sostegno alle famiglie. Per quanto poi nello specifico riguarda le piccole e medie imprese del settore edile quanto fino ad oggi previsto dal decreto per la liquidità. È tutt'altro che sufficiente: tempi per la richiesta di finanziamenti sono lunghi e le modalità per ottenerli complesse. Si potrebbe partire da piccoli passi che ridiano ossigeno e liquidità alle pmi come la sospensione dell'anticipazione che le imprese fanno sull'Iva (2,5 miliardi sul territorio nazionale).

Auspico infine un piano di rilancio dell'economia che passi anche dalle infrastrutture e dal settore costruzioni: si potrebbe, ad esempio, pensare a ristrutturare gli edifici scolastici che probabilmente rimarranno chiusi fino a settembre».

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