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Nordio: "Un nuovo fascismo alle porte? È una colossale sciocchezza"

L'ex magistrato Carlo Nordio fa a pezzi gli allarmi della sinistra: "Gli argomenti della critica politica sono così deboli e incerti"

Nordio: "Un nuovo fascismo alle porte? È una colossale sciocchezza"

"È una colossale sciocchezza. Il fascismo è morto è sepolto". Carlo Nordio, ex procuratore aggiunto di Venezia, non tentenna mai. E anche oggi, in una lunga intervista a ItaliaOggi, affronta gli allarmi della sinistra facendoli a pezzi dimostrando come "gli argomenti della critica politica" siano diventati tanto "deboli e incerti" da affidarsi "alle polemiche fondate su una foto". Il riferimento è alla bagarre mediatica esplosa a Pasqua per lo scatto postato da Luca Morisi in cui si vede Matteo Salvini imbracciare un mitra. "È più che legittimo, e per certi aspetti doveroso, criticare il ministro - spiega - ma farlo in questo modo così puerile e banale è il modo migliore per portargli altri voti".

Negli anni Ottanta Nordio ha a lungo indagato sulle Brigate Rosse venete, negli anni Novanta invece si è concentrato sullo scandalo di Tangentopoli. Oggi ha pubblicato il libro La stagione dell' indulgenza e i suoi frutti avvelenati. Il cittadino tra sfiducia e paura. Nel suo ultimo lavoro, pubblicato da Guerini e associati, prende in analisi gli errori commessi sul fronte della sicurezza e della giustizia, del fisco e dei diritti del cittadino e non fa sconti a nessuno. A partire dalla sinistra secondo la quale l'emergenza di oggi è "il nuovo fascismo alle porte". Per l'ex magistrato "è una colossale sciocchezza". "Il fascismo è morto è sepolto - argomenta - ma ci sono altri rischi, a cominciare dall' emotività incontrollata nel legiferare, che porta all'incertezza del diritto, madre di disordini". In Italia è, infatti, diffuso un generalizzato senso di insicurezza. Questo perché la certezza della pena non esiste. "Se fosse veramente tale, basterebbe di per sé", spiega. "Nel nostro sistema le sanzioni sono addirittura esagerate, ma quasi mai eseguite - continua nell'intervista a ItaliaOggi - chi ruba in una notte in tre case diverse rischia trent' anni, come se avesse stuprato e ammazzato un bambino, visto che l'ergastolo è di fatto abolito: poi il giudice gliene dà uno e mezzo con la condizionale e il ladro alla fine non sconta nulla". È "demenziale", appunto.

In questo quadro ci inserisce perfettamente la battiaglia di Salvini contro l'immigrazione indiscriminata e la cecità della sinistra. Per il leader leghista, a detta di Nordio, è stata "una straordinaria opportunità" per "aumentare i consensi". "Il problema era ed è reale - spiega - e incide su interessi primari dei cittadini, soprattutto di quelli più deboli. Questo problema - continua - è ancora attuale, e speriamo non venga esasperato dalle vicende libiche". Ora, però, non potrà portare altri "vantaggi elettorali" dal momento che, in questo momento, "le preoccupazioni maggiori riguardano l'economia". "Lo scontento crescente, soprattutto qui nel Nord Est- argomenta - minaccia di erodere il consenso ottenuto da Salvini con la politica migratoria e la legge sulla legittima difesa".

Se Salvini deve stare attento a quanto sta facendo in ambito economico, la sinistra dovrebbe fare più di un mea culpa per l'infinità di errori commessi negli ultimi anni. "La legge Turco/Napolitano era un suo prodotto - continua Nordio- e in realtà seguiva gli stessi criteri oggi predicati da Salvini: in Italia si entra regolarmente, o si vien buttati fuori. Solo che nessuno, né la sinistra né la destra, ha mai avuto il coraggio di applicarla concretamente, e le espulsioni erano provvedimenti cartacei mai eseguiti con l'effettivo rimpatrio". Il fatto è che, come fa notare l'ex magistrato, riportate a casa un clandestino è "impresa difficile e costosa".

"L'unico rimedio - conclude - è controllare gli approdi e contrastare il commercio dei trafficanti criminali".

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