Nulla di fatto dopo il vertice con i centristi: «Differenze su tempi e adozioni»

RomaAlta tensione in maggioranza sulle unioni civili. Il presidente del consiglio Matteo Renzi non cede alle richieste di Angelino Alfano e incardina il testo della legge nell'Aula del Senato. Il Partito democratico andrà avanti comunque, senza ascoltare i cattolici della coalizione e, soprattutto, il Ncd.

Dopo l'accelerazione della scorsa settimana, ieri il ministro dell'Interno e il capogruppo Ap al Senato, Renato Schifani, hanno incontrato il premier e il capogruppo Pd a Palazzo Madama Luigi Zanda per provare a mettere una toppa. Ma sullo scoglio delle adozioni si è infranta la possibilità di trovare un accordo.

Il Pd ha confermato la calendarizzazione in Aula al Senato del disegno di legge Cirinnà-bis già domani, ovvero subito dopo l'ok finale al testo sulle riforme, previsto per oggi, e prima dell'inizio della sessione di bilancio.

I centristi, hanno tenuto il punto e ribadito la loro posizione: contrari a una accelerazione dell'esame del Cirinnà-bis presentato in commissione Giustizia solo la settimana scorsa, senza dare la possibilità di presentare emendamenti. «Sono emerse differenze di merito e sul tema dei tempi, per noi non è un'emergenza nazionale, loro hanno più fretta», le parole di Alfano al termine dell'incontro prima di ribadire le distanze tra i due partiti anche sul nodo adozioni: «Ap farà una battaglia leale e coerente sui nostri principi: sì al riconoscimento di diritti individuali patrimoniali, no all'adozione dei bambini».

Fonti del Pd hanno assicurato che «la posizione, espressa nel vertice a Palazzo Chigi agli alleati di Ncd, sarebbe rispettosa della maggioranza e aperta al confronto in Parlamento ma volta ad avviare la discussione in Aula».

Maurizio Sacconi, esponente Ncd, attacca: «La conclusione forzosa dei

lavori di commissione è inaccettabile».

Il capoogruppo di Forza Italia alla Camera Renato Brunetta via Twitter parla di «caos su unioni civili, tra Pd e Ncd». Ci sono «differenze su metodo e merito. Hai detto niente...».

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