Il numero uno Huawei: "Telefoni spiati? Falsità. Inviolati pure dalla Cina"

Il responsabile consumer del colosso cinese: "La sicurezza dei clienti è la nostra ossessione"

Il numero uno Huawei: "Telefoni spiati? Falsità. Inviolati pure dalla Cina"

nostro inviato a Barcellona

Lo prende, lo gira, lo rivolta, lo apre e lo mostra. Richard Yu si diverte, presentando orgoglioso la nuova meraviglia di Huawei, il Mate X con lo schermo pieghevole. E te lo porge - «toccalo, toccalo!» -, mentre i suoi assistenti sbarrano gli occhi (nessuno avrebbe dovuto prenderlo in mano) senza poter dire nulla. Ma lui è così: il numero uno mondiale della divisione consumer e il volto più pop dell'azienda, con quel suo inglese a volte pittoresco che mescola a risate contagiose in ogni presentazione. Nelle quali l'intercalare-mantra è «very convenient». In realtà il Mate X, lo smartphone che si piega, conveniente non è molto (costerà 2299 euro), ma Yu promette: «Siamo soltanto agli inizi, ci abbiamo messo tre anni per svilupparlo e nel meccanismo ci sono più di 100 brevetti esclusivi. Ma è il primo passo».

Saranno tutti così allora i nostri prossimi smartphone?

«Saranno così. Ora gli early adopter sono disposti a pagare per la novità. Ma il nostro obbiettivo è un altro».

Ovvero?

«Rendere questa rivoluzione tecnologica accessibile. Convenient».

Ci state già lavorando?

«Sì. Già l'anno prossimo arriveranno device con prezzi molto interessanti. La nostra missione è essere i numeri uno».

In Europa siete secondi.

«Sono convinto che entro un anno, massimo due, lo diventeremo. Solo negli Usa abbiamo poco mercato».

Huawei vuole conquistare il mondo.

«Non è esatto: Huawei vuole essere leader. Vogliamo essere il punto di riferimento per l'innovazione e che i competitor prendano esempio da noi. La competizione fa bene ai consumatori».

Mate X è la prima pietra.

«Nel futuro qualsiasi oggetto diventerà pieghevole. Immaginatevi uno smartwatch: oggi ha un display troppo piccolo per fare certe cose, possiamo raddoppiare lo spazio. Oppure pensate a uno schermo tv che arriverà ad aprirsi fino a 200 pollici».

Ed anche in questo caso...

«Ci stiamo già lavorando, sì. Huawei investe 5 miliardi di dollari ogni anno in ricerca e sviluppo. Per dire: il meccanismo di piega del Mate X è garantito per oltre 100mila aperture. È praticamente indistruttibile».

Siamo anche all'inizio dell'era del 5G.

«Noi crediamo nei benefici che porterà nella società: il Mate X è già 5G. E riguardo all'IoT e al business il perché è già chiaro».

Per i consumatori cosa cambia?

«Molto. C'è un lavoro da fare per far capire loro la portata di questa trasformazione. Sicuramente l'intelligenza artificiale sarà un fattore determinante».

Su questi argomenti però c'è in ballo la politica...

«La corsa al progresso è inarrestabile e abbatterà tutte le barriere: il mondo avrà bisogno del 5G per progredire perché non basta più solo l'ingegno umano».

Che cosa risponde a chi accusa Huawei di essere una minaccia?

«Che le battaglie politiche non ci interessano: sono solo rumors, soltanto fake news. Anzi: la sicurezza dei clienti è la nostra ossessione».

Nessun problema di privacy?

«Tutt'altro. Abbiamo adottato un sistema di sicurezza talmente sofisticato che ci viene richiesto da molti Paesi. Continueremo a investire sempre di più, noi non daremo mai i dati dei nostri clienti a nessuno».

Eppure c'è chi ha paura di affidarsi a voi.

«Il mondo non deve avere paura di Huawei. Siamo ormai una compagnia globale e abbiamo una nostra policy: ai governi che ci hanno chiesto di aprire degli smartphone, per esempio di alcuni criminali, abbiamo risposto che ci è impossibile».

Risposta definitiva?

«Certo: non lo possiamo e vogliamo fare. Nei nostri dispositivi non ci sono backdoor, non ci sono porte segrete d'ingresso. Tutto è al sicuro».

Quali governi?

«Tanti. E ci opporremo sempre a chi vuole violare la sicurezza dei nostri clienti e delle nostre reti».

Anche alla Cina?

«Anche alla Cina».

Davvero?

«Garantito. Noi difenderemo il mondo. E lo porteremo in una nuova era».

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