Il Parlamento francese ha approvato una particolare eccezione al segreto professionale per i medici, quella in caso di violenza domestica da loro individuata. Con voto unanime del Senato, martedì sera, il disegno di legge volto a «proteggere meglio le vittime», promosso dalla maggioranza di Emmanuel Macron, introduce non soltanto una deroga alla riservatezza in caso di «pericolo immediato» per la donna, ma pure una serie di misure che servono all'Eliseo per risollevarsi dalle accuse di sessismo al nuovo governo.
Dal giorno del rimpasto alcuni ministri sono nel mirino delle femministe: il Guardasigilli Eric Dupont-Moretti è accusato di considerare le donne come oggetti; più grave, quella sul titolare dell'Interno Gérald Darmanin, che affronta un'indagine per stupro.
Approvato la scorsa settimana dall'Assemblea nazionale, il testo finalizzato al Senato autorizza il medico e ogni operatore sanitario a derogare al segreto quando, «in coscienza», consideri che la vittima sia «in pericolo immediato», allargando l'eccezione a situazioni di soggiogamento o controllo. Ogni anno, in Francia circa 210 donne subiscono violenze domestiche e almeno 127 sono morte nel 2019, secondo Libération. Il testo inasprisce pure le pene per molestie nella coppia, portandole a 10 anni di prigione se conducono al suicidio o al tentato suicidio; la norma condanna poi la geolocalizzazione senza consenso e, per reprimere la «cyber-violenza coniugale», inserisce l'aggravante di violazione del segreto di corrispondenza da parte del coniuge o ex.
Dupond-Moretti si è felicitato per l'approvazione all'unanimità ed è intervenuto sull'affaire che lede l'immagine del collega (e dell'esecutivo). «So una cosa - ha detto in Senato - Darmanin è un presunto innocente». Ciononostante si è levata un'onda di critiche dai movimenti femministi; le Femen organizzano sit-in per le strade e nei giorni scorsi è arrivato un appello su Le Monde: 91 intellettuali da 35 Paesi (tra cui due donne premio Nobel) hanno bollato le due nomine come «affronto alle ambizioni di promozione dei diritti delle donne» dell'Eliseo.
Il Guardasigilli, già avvocato e principe del foro parigino, è reo d'aver attaccato il movimento #MeToo e di aver fischiato, da ragazzo, alcune donne in strada (lo aveva rivendicato pubblicamente). L'appello dice che Dupont-Moretti promuove quindi «la cultura dello stupro minimizzando le violenze sessuali». La risposta è arrivata nei fatti e il Guardasigilli rivendica la «determinazione» nella lotta contro «il flagello della violenza nella coppia». «Lungi dalle polemiche, sono orgoglioso di dare pieno sostegno a un disegno di legge che è particolarmente vicino al mio cuore», assicura dopo essersi definito «femminista, senza dovermi vergognare» domenica sera su France 2. Il neo responsabile degli Interni resta invece oggetto dal 2017 di una denuncia.
Dice che era una relazione consensuale, e Macron, nella sua intervista tv del 14 luglio, ha parlato di un chiarimento «da uomo a uomo» difendendolo a spada tratta da giudizi sommari. Lo scorso giugno, la Corte ha respinto l'archiviazione.
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