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Nuovo crollo a Pompei, ma nessuno osa criticare Franceschini

Scavi di Pompei, cede una parete della casa del Pressorio. A darne notizia è la Soprintendenza. Nessuno oggi osa criticare Franceschini, che nel 2010 chiese la testa dell'allora ministro Bondi

Nuovo crollo a Pompei, ma nessuno osa criticare Franceschini

Noi non siamo quelli che chiedevano a gran voce le dimissioni dell'allora ministro della Cultura, Sandro Bondi, per i crolli all'interno degli scavi di Pompei. Lo consideravamo (e consideriamo ancora oggi) stupido. Molti però lo facevano, gridando allo scandalo e scatenando la loro rabbia sguaiata, sui giornali e sui social, in tv e in parlamento, contro l'esponente del governo.

E sapete chi era, in parlamento, tra i più scatenati contro Bondi? L'allora capogruppo del Pd alla Camera, Dario Franceschini. Sì, proprio lui, l'attuale ministro della Cultura. Correva l'anno 2010: in un duro intervento a Montecitorio chiese la "testa" di Bondi (guarda il video) per la "figuraccia internazionale di Pompei che cadeva a pezzi ad ogni intemperia, minacciando una mozione di sfiducia nel caso in cui il ministro non si fosse dimesso spontaneamente, cosa che poi Bondi fece.

Oggi si registra un nuovo crollo a Pompei, vicino alla Casa del Citarista, chiamata così perché gli archeologi vi trovarono una statua di Apollo Citarista (ora conservata a Napoli). Sul posto sono subito arrivati i tecnici della Soprintendenza e i carabinieri. "Nel corso dei sopralluoghi del personale di custodia di questa mattina - si legge in un comunicato della Soprintendenza - è stato rilevato il cedimento di una porzione di muro di circa 1,5 mq, pertinente alla parete non affrescata di un cubicolo che affaccia sull'atrio di una domus chiusa al pubblico, nota come la casa del Pressorio di terracotta, posta sulla via dell'Abbondanza al civico 22 (Insula IV) della Regio I. Sono in corso i sopralluoghi dei tecnici e dei carabinieri di Torre Annunziata per le verifiche del caso".

Il ministro Franceschi, che un tempo tuonava in parlamento, avrà nulla da dire? Noi non abbiamo cambiato idea e non chiediamo le sue dimissioni.

Restiamo dell'avviso che il sito archeologico di Pompei meriti la massima cura e attenzione, non le inutili (e puerili) gazzarre dei politici, di questo o quello schieramento.

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