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Nuovo eurocarrozzone: un corpo di solidarietà in aiuto degli immigrati

Bruxelles si inventa un nuovo business. Un corpo di solidarietà da centomila uomini per l'accoglienza dei migranti

Nuovo eurocarrozzone: un corpo di solidarietà in aiuto degli immigrati

È ufficiale. Lo spaventevole fenomeno dei migranti dall'Africa e dal Levante (spaventevole per dimensioni non meno che per numero di vittime ingoiate dal Mediterraneo) diventerà per il vecchio continente un affare economico in piena regola capace di coinvolgere fino a 100 mila giovani nel volgere dei prossimi quattro anni.

Nasce, per volontà della Commissione Europea, il «Corpo europeo di Solidarietà», organismo inteso a fare della solidarietà come diremo più avanti- non solo una missione, ma anche un lavoro esteso ai giovani di tutta Europa. Accoglienza dei migranti, assistenza nei centri per coloro che chiedono asilo, gestione delle crisi, prevenzione e gestione di calamità naturali: queste le attività cui saranno chiamati a prestare la loro opera i partecipanti all'iniziativa.

Più che combattere e contrastare il fenomeno dei migranti dunque lo si istituzionalizza, lo si accetta supinamente come inevitabile. E chissà che non si riveli provvidenziale la sua parte anche per masse di giovani europei disoccupati non meno che per i migranti medesimi: quelli che ce l'avranno fatta, quantomeno, a lasciarsi alle spalle la tagliola della fame e delle guerre. Il che non impedirà ai partiti nazionalisti e a quelli cosiddetti «populisti» di dar fiato alle loro trombe, gridando non senza ragioni all'invasione autorizzata, se non addirittura incoraggiata, sciolinata dalla Commissione europea. Perché è proprio questo che rischia di accadere.

Si diceva: ma non sarebbe meglio, più umano, più intelligente, più giusto ed economico in senso stretto creare nei Paesi che eruttano miseria e drammi umani le condizioni per evitare le partenze di orde di miserabili, creando a casa loro i presupposti per indurli a restare? Si, sarebbe meglio. Ma sarebbe un'operazione strategicamente complessa, e con ritorni economici del tutto imprevedibili. Per non dire delle difficoltà e dei deplorevoli disagi cui andrebbero incontro i professionisti dell'intrallazzo sulle spalle delle disgrazie altrui.

Destinate a sparire, se non altro, dovrebbero essere (ma il condizionale è d'obbligo) tutte quelle forme di carità pelosa -intese al business di cooperative vere ma più spesso presunte, come abbiamo imparato dalle cronache di Mafia capitale e non solo- cresciute come una fungaia intorno al fenomeno delle migrazioni di massa.

Per partecipare all'iniziativa, i giovani interessati dovranno aderire all'organismo istituito ad hoc dalla commissione Ue. Due i percorsi possibili: uno è quello del volontariato. L'altro è quello che potrà tramutarsi in un vero e proprio lavoro, attraverso un tirocinio di durata compresa fra i 2 e i 12 mesi. Per aderire al «Corpo europeo di Solidarietà» basterà avere 17 anni (18 per i ruoli operativi) registrarsi all'apposito portale che verrà creato e attendere di essere contattati.

Cooperative e organizzazioni interessate all'iniziativa saranno filtrati dagli organismi appositamente creati dal «Corpo europeo» prima di poter procedere alla selezione di quei giovani che abbiano profili compatibili con le iniziative che si intendono avviare.

I volontari (spese di viaggio, vitto e alloggio pagati, oltre a una piccola indennità giornaliera) potranno svolgere servizio, come parte del programma «Erasmus +», in Paesi diversi dal proprio per periodi compresi fra i 2 e i 12 mesi. Gli altri, quelli che punteranno a farne un mestiere saranno pagati in base ai contratti e alle leggi dei Paesi in cui presteranno la loro opera. Gli scafisti naturalmente ringraziano.

Per loro, il 2017 si apre con la più rosea delle prospettive.

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