Roma La Rai si rifà il look e presenta il nuovo piano industriale 2019-2021 firmato dall'ad, Fabrizio Salini. Un restyling dell'azienda che viene approvato a maggioranza dal cda presieduto da Marcello Foa, con il voto contrario della consigliera d'amministrazione Rita Borioni (in quota progressista) e del consigliere eletto dai dipendenti Riccardo Laganà. A questo punto la prossima riunione del cda si occuperà della questione nomine, con l'indicazione del nuovo capo del personale.
In azienda ci si chiede se davvero la riorganizzazione firmata Salini prenderà forma (in passato altri piani sono rimasti sulla carta e non hanno trovato concreta attuazione), ma soprattutto si iniziano a valutare e pesare le conseguenze del nuovo disegno organizzativo. Il piano in teoria ridimensiona i direttori dei canali televisivi (come RaiUno, RaiDue, RaiTre) trasformati in channel manager. Questi direttori - che avranno sopra di loro un Direttore della distribuzione - diventeranno soprattutto coordinatori di palinsesto. Non avranno le risorse per comprare e produrre le trasmissioni. Nel nuovo assetto, i programmi li dovranno pescare dentro nove nuove Direzioni di Contenuto. Le nove Direzioni di Contenuto - che avranno il budget economico e il potere decisionale - saranno dedicate all'intrattenimento, alle serie tv, alle fiction, ai documentari, ai ragazzi, ai format sperimentali, ai contenuti giornalistici di approfondimento (quindi con un indirizzo dettato anche ai talk come Porta a Porta). Nascerà anche un canale in inglese. La realizzazione di un'unica newsroom dove raccogliere tutti i giornalisti di Saxa Rubra e delle sedi regionali alla fine non è decollata. La newsroom unica - di cui l'azienda discute fin dal 2015 allo scopo di limitare gli sprechi - neanche stavolta prenderà forma.
Per il momento finiscono sotto l'ombrello di una Testata multimediale le redazioni di Rainews24, della testate regionale TgR, di Televideo ed anche del portale Internet. L'intero piano verrebbe realizzato in 10 mesi, entro gennaio del 2020. È chiaro quindi che sulla sua realizzazione incideranno gli (eventuali) scossoni politici.
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