Nuovo tonfo in Borsa per Atlantia

Il titolo cede il 4,6%, spettro class action dagli Usa. Il rebus assicurativo

Nuovo tonfo in Borsa per Atlantia

Milano Seduta da dimenticare per Atlantia in Piazza Affari che cede un altro 4,6% a 18,4 euro. E in serata sono filtrate dagli Usa voci di una possibile class action contro il gruppo controllato dai Benetton: lo studio legale statunitense, specializzato in contenziosi, «Bronstein, Gewirtz & Grossman» sta esaminando «potenziali rivendicazioni per conto di acquirenti di Atlantia» davanti al crollo dei titoli.

Oggi è in agenda il primo cda di Autostrade per l'Italia dopo tragedia di Genova del 14 agosto, mentre domani è atteso il board della capogruppo Atlantia per aggiornare i consiglieri, sopratutto quelli indipendenti, sul crollo del ponte Morandi e sui numerosi profili tecnici, assicurativi e legali aperti dalla tragedia. E sono numerosi. A iniziare dai punti interrogativi relativi a chi pagherà il conto per le 43 vittime del crollo del viadotto Polcevera sulla A10, i feriti, le auto, i tir e i capannoni industriali distrutti, gli sfollati e, infine, la ricostruzione del ponte, ritenuto tra le principali arterie del Paese.

«Pagheranno le assicurazioni. Nel prossimo futuro tuttavia Atlantia, oltre alle minacciate multe o ad ogni altro eventuale problema legale, vedrà sin da subito decollare il costo dei premi assicurativi. Non meno del 50%» prevede un esperto di risk management che preferisce l'anonimato: «In questi casi le compagnie assicurative coprono la ricostruzione dell'attività danneggiata entro determinati massimali che non penso siano stati superati. Stimo infatti danni, complessivi, per 600 milioni circa, la metà di quelli causati dal naufragio del Costa Concordia, per cui le assicurazioni non hanno battuto ciglio».

Molte le compagnie attive nella gestione dei grandi danni, tra cui anche Zurich, Aig, Generali, Swiss Re, Allianz, Axa, UnipolSai e XlCatlin. In questi casi, stando all'esperto, è coperto in genere anche il danno derivante da colpa grave. «Le assicurazioni invece si tirano fuori - prosegue il risk manager - in caso di sussistenza del dolo, ovvero quando i responsabili e manager della società sono consapevoli di una determinata situazione di rischio di cui accettano gli eventuali danni».

Ufficialmente, per quanto riguarda il collasso del ponte Morandi, si sa solo del coinvolgimento tra gli assicuratori di Swiss Re ma è probabile che le compagnie specializzate abbiano concorso a coprire pro quota e per tipologia di rischio l'intera rete autostradale. Si parla di: danni diretti e indiretti ai beni in gestione, compreso il mancato incasso del pedaggio; responsabilità civile verso terzi per gli eventi verificatesi nello svolgimento dell'attività di impresa (in questo ambito, secondo Atlantia, sono cinque le compagnie coinvolte) e copertura della responsabilità degli amministratori rispetto, ad esempio, appunto a una class action dei soci. Si guardano in particolare le mosse di azionisti di peso come Gic il fondo sovrano di Singapore (all'8,1% del capitale) e Blackrock (al 5% circa).

Da registrare, poi, il muro in difesa del gruppo alzato dai

dirigenti di Atlantia: «Nessun freno agli investimenti per la sicurezza, nessun taglio alle spese di manutenzione da immolare sull'altare del dio profitto. Al contrario, la volontà di investire pesantemente in sicurezza».

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