Occupazione ai massimi dopo 42 anni. Ma la produzione industriale resta al palo

Di Maio esulta: "Merito del Decreto dignità". E i senza lavoro sono sotto il 10%

Occupazione ai massimi dopo 42 anni. Ma la produzione industriale resta al palo

Dalla nave ai numeri. Quelli dell'Istat sulla disoccupazione e quelli sulla produzione industriale e manifatturiera. Le cifre snocciolate dall'Istituto di Statistica, ieri hanno innescato nella politica reazioni, accapigliamenti, corse ad accaparrarsi i meriti. Ecco i risultati: a maggio il tasso di disoccupazione è sceso al 9,9%, meno 0,2 punti percentuali rispetto al mese di aprile. In calo le persone che cercano lavoro: 1,9% in meno, che corrisponde a 51mila persone che non sono più alla ricerca di un'occupazione. La diminuzione, si legge nel report, è distribuita su entrambi i sessi e interessa tutte le fasce d'età, tranne quella compresa tra i 35 e i 49 anni. Resta molto alta ma in leggera flessione la disoccupazione giovanile (30,5% a maggio), 0,7 % in meno se confrontata con aprile e in calo dell'1,7% rispetto a maggio dell'anno scorso. Su base annua quindi, i disoccupati sono pari a meno 6,9%, mentre gli inattivi tra i 15 e i 64 anni sono sostanzialmente stabili.

L'annuncio dell'Istat, per il mondo della politica, ha avuto l'effetto di un sasso nello stagno, e ha provocato reazioni bipartisan perché si tratta, in riferimento al dato sugli occupati (59%), del migliore risultato da quando sono disponibili le serie storiche, ovvero dal 1977. La percentuale di disoccupazione (9,9%) è invece la più bassa dal 2012. Musica per le orecchie del vicepremier e ministro del Lavoro e Sviluppo Economico Luigi Di Maio, «padre» del decreto dignità e capo politico del M5s: «Dopo essere stato attaccato per mesi dai partiti dell'opposizione (e dai loro media di riferimento) - ha scritto sul Blog delle Stelle - che me ne hanno dette di tutti i colori ridicolizzando il decreto dignità (dicevano che non sarebbe servito a nulla!), ancora una volta sono felice di smentire questi chiacchieroni con i fatti». Segue pietra tombale sull'ipotesi di modifiche al decreto, che era stata avanzata dalla Lega: «Il decreto dignità sta funzionando. E lo sottolineo anche a chi, tramite i giornali, ha diffuso la notizia, ovviamente falsa, che il Decreto Dignità andrebbe riscritto». Il leader leghista, vicepremier e ministro dell'Interno Matteo Salvini ha dichiarato: «Avanti così, tagliare le tasse a imprenditori, lavoratori e famiglie». Non è mancato l'intervento di Matteo Renzi, ex premier e già segretario del Pd: «Se fossero seri Salvini e Di Maio oggi riconoscerebbero gli effetti del Jobs Act». Il premier Giuseppe Conte ha twittato: «Dall'Istat oggi arrivano dati molto incoraggianti che ci danno fiducia. Sappiamo che c'è ancora tanto da fare, soprattutto al Sud».

E c'è da fare per quanto riguarda i numeri sulla produzione industriale. Secondo i dati diffusi ieri dalla società di analisi Ihs Markit, il Pmi manifatturiero a giugno si è attestato a 48,4 punti, 1,3 punti in meno di maggio.

Il livello più basso da marzo, indice di una produzione in calo da nove mesi. Per Renato Brunetta, deputato e responsabile economico di Forza Italia, si tratta di «un'altra pessima notizia per la nostra industria, un vero e proprio bollettino di guerra».

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