Coronavirus

Conte, l'ultimo diktat. Fino al 5 marzo niente spostamenti tra Regioni diverse. Ma via libera allo sci.

Oggi un Cdm in extremis per definire le regole in attesa del nuovo governo Draghi. Un decreto ponte prolungherà le limitazioni per viaggi, palestre, piscine e ristoranti di sera. Da lunedì in Lombardia e Piemonte impianti aperti

Conte, l'ultimo diktat. Fino al 5 marzo niente spostamenti tra Regioni diverse. Ma via libera allo sci.

Un passo in avanti. Uno solo. Sì allo sci, come hanno già stabilito la Lombardia e il Piemonte, no agli spostamenti. Pure quelli fra le regioni virtuose rimarranno bloccati. La data spartiacque del 15 febbraio incombe, la giornata corre veloce con un occhio alla piattaforma Rousseau e al voto che potrebbe far decollare il governo Draghi. Alla fine tutto si tiene: i 5 Stelle approvano la svolta, il governo convoca per oggi l'ultimo consiglio dei ministri. Una riunione lampo per scongiurare gli sconfinamenti fra regioni.

Del resto nella clessidra è rimasta pochissima sabbia. Qualcuno deve pur assumersi la responsabilità di dire agli italiani fin dove potranno spingersi al volante la settimana prossima. Così il governo uscente decide di togliere tutti dall'imbarazzo chiamando un'ultima riunione e firmando un provvedimento in extremis. Del resto nessuno la pensa diversamente: le Regioni spingono per tenere chiusi i confini e ci sono troppe incognite e varianti in giro. Meglio, molto meglio non rischiare: qualcosa un anno di pandemia ha pure insegnato. Più saggio prevenire che ingranare poi precipitosamente la retromarcia.

L'idea, condivisa da tutti, è dunque quella di varare una misura ponte che arrivi fino al 5 marzo. A quel punto sarà Draghi, si spera saldamente in sella, a decidere come regolarsi non solo sulla circolazione, ma anche su due dossier spinosissimi rimasti sul tavolo: l'apertura di piscine e palestre, più quella serale dei ristoranti al centro di infinite querelle e polemiche.

Cautela. Prudenza. Pazienza. C'è, ci sarebbe Carnevale, ma la lezione dell'estate scorsa, con lo sciagurato via libera alle discoteche, impone una riflessione.

Porte chiuse, ma non sullo sci. Qui il governo aveva già dato l'ok purché sul semaforo delle regioni scattasse il giallo. E così Lombardia e Piemonte hanno deliberato di dare il via a quel che resta della stagione dal 15 febbraio, la Valle d'Aosta potrebbe seguire il 18 febbraio. Naturalmente, con lo sguardo ai colori. Se sfortunatamente qualcuno dovesse diventare arancione gli impianti verrebbero chiusi all'istante. Seggiovie e funivie si mettono in movimento, ma a passo ridotto: in Lombardia al 30 per cento nello località più grandi, al 50 in quelle più piccole. Senza contare che - in mancanza di altri interventi legislativi sempre possibili - che l'escamotage delle seconde case, sdoganate da Conte, potrebbe portare a sciare fuori regione milioni di italiani.

È quasi banale sottolinearlo: si torna alla normalità in modo graduale, senza strappi e fughe in avanti.

E il primo nodo da sciogliere è quello dei viaggi all'interno della penisola. Per una volta in un clima di concordia generale, dopo le scintille dei mesi scorsi. Il titolare degli Affari regionali Francesco Boccia, sul punto di congedarsi, plaude alla scelta dei governatori: «La conferenza delle Regioni, confermando ancora una volta leale collaborazione e grande senso di responsabilità, ha chiesto la proroga del decreto legge che vieta gli spostamenti anche per la zona gialla. Limite che potrebbe essere protratto alla data di scadenza del Dpcm, in vigore fino al 5 marzo, allineando così tutte le misure restrittive per l'emergenza Covid».

Un periodo di transizione ancora semiblindato. «Potremo avere un liberi tutti - annuncia il viceministro della Salute Pierpaolo Sileri ai microfoni di Radio Cusano Campus - quando le varianti circoleranno meno, quando gran parte della popolazione sarà vaccinata, in mezzo ci sono tante tonalità di grigio». Un discorso che Sileri declina sul piano pratico: «Un'apertura serale dei ristoranti secondo me è possibile nelle aree gialle, mentre serve ancora cautela sugli spostamenti fra regioni».

La situazione non è ancora stabilizzata: l'Alto Adige è in pieno lockdown, l'Umbria è in grande difficoltà, la Toscana sembra scivolare verso l'arancione. L'ufficialità dovrebbe arrivare questa mattina quando si riunirà la cabina di regia dell'Istituto superiore di sanità. E si registra un peggioramento anche in Liguria. Come Rt - afferma il governatore Giovanni Toti - siamo a cavallo dell'1-1,01-1,02, cosa che tecnicamente potrebbe riportare la regione in fascia arancione». Quindi, fra Genova e Firenze si attende con una certa ansia il verdetto che potrebbe spingere in un girone più buio le due regioni.

E da Napoli il Presidente della Campania Vincenzo De Luca lancia con i consueti toni gravi l'allarme: «Riteniamo urgenti e indispensabili misure nazionali di prevenzione e contenimento.

Altrimenti dovremo aspettarci una vera e propria esplosione dei contagi nel nostro Paese».

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