
È il giorno del Conclave. In mattinata, nella Basilica di San Pietro, si tiene la messa votiva «Pro eligendo Romano Pontifice», presieduta dal decano del collegio cardinalizio, Giovanni Battista Re.
Nel pomeriggio, alle 16,30, i 133 cardinali elettori un numero mai così alto nella storia della Chiesa - si recano in processione dalla Cappella Paolina fino alla Cappella Sistina, invocando lo Spirito Santo con il canto del Veni Creator. I cardinali sfilano uno ad uno per il giuramento (pena la scomunica Latae sententiae) pronunciando la formula «Prometto, mi obbligo e giuro» e pongono la mano sopra il Vangelo aggiungendo «Così Dio mi aiuti e questi Santi Evangeli che tocco con la mia mano».
Dopo che l'ultimo dei cardinali elettori ha giurato, il Maestro delle Celebrazioni Liturgiche Pontificie, monsignor Diego Ravelli, intima l'extra omnes (fuori tutti) e gli estranei al Conclave lasciano la Sistina. Lo storico portone viene chiuso. Inizia la votazione e già questa sera si avrà la prima fumata, presumibilmente nera, intorno alle 19. Mai, infatti, la prima fumata è stata bianca. Da domani gli scrutini saranno invece due la mattina e due il pomeriggio, con fumate intorno alle 10.30 e 12, e alle 17.30 e 19.
La Cappella Sistina torna così a ospitare uno degli eventi più segreti e carichi di mistero al mondo, il Conclave. E si presenta con un volto nuovo. È infatti arredata con sedie di ciliegio, contrassegnate dal nome e cognome di ciascun cardinale elettore, tavoli di legno grezzo, coperti da un panno beige e satin bordeaux, disposti su due file di diverso livello. Per proteggere il pavimento cosmatesco della Sistina, è stata installata una struttura in legno coperta da un panno beige.
Davanti all'altare, sotto il Giudizio Universale affrescato da Michelangelo, è stato posizionato un tavolo per l'urna di legno grezzo dove saranno raccolte le schede con i voti, e un leggio con il Vangelo sul quale i porporati presteranno giuramento.
A ogni cardinale verrà distribuito un sacchetto in velluto per ritirare le schede, una penna, una cartellina rossa d'appoggio e una scheda per lo scrutinio. Pronti anche il pallottoliere per conteggiare i voti e il registro dei votanti.
«La Sistina diventa ufficialmente il luogo del Conclave con Giovanni Paolo II nel 1996 ha riferito la direttrice dei Musei Vaticani, Barbara Jatta - che ristabilisce quello spazio come luogo prescelto per un momento così importante della Chiesa. Abbiamo smontato una vetrata artistica per far passare la canna fumaria ha raccontato perché sono 100 anni che si fa la cosiddetta fumata bianca, ovvero dal 1939».
Ieri mattina i cardinali hanno lanciato un «sentito appello» affinché si giunga a «un cessate il fuoco permanente» in Ucraina e in Medio Oriente. Mentre è rientrato subito il giallo del cardinale kenyano, John Njue, che in un primo momento aveva riferito di non essere stato invitato per il voto in Sistina, mentre poco dopo la diocesi di Nairobi ha smentito spiegando che «a causa delle attuali condizioni di salute» non è stato in grado di «viaggiare verso Roma».
«I cardinali elettori non hanno bisogno di un invito per entrare in Sistina ma sono ammessi de iure» ha sottolineato il direttore della sala stampa vaticana Matteo Bruni. Nell'ultima Congregazione è stato anche annullato l'Anello del Pescatore di Papa Francesco e si è rotto il sigillo di piombo alla presenza del Camerlengo, Kevin Farrell. Bocche cucite all'uscita dal Vaticano. Pochi i cardinali che scortati dalla polizia e assaltati dai giornalisti sono usciti a piedi. «È una bella giornata, il clima è sereno» assicurano i porporati. «Quanto resteremo nella Sistina? Credo 2-3 giorni» risponde il cardinale indonesiano Ignatus Suharyo Hardjoatmojo. Ieri sera i cardinali hanno preso possesso delle loro stanze a Casa Santa Marta, assegnate tramite sorteggio.
La stanza dove Francesco ha vissuto per i suoi 12 anni, la camera numero 201, resterà invece sigillata. Per l'intera durata del Conclave, i cellulari saranno schermati. Inizia così la votazione più misteriosa che esista al mondo.
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