Cultura e Spettacoli

Ogni domenica la nostra cultura fuori dal coro

Da domani "Controcultura": arte, letteratura, storia, nuovi media, cinema, televisione, musica e reportage. Rubriche fisse di Feltri, Porro e Sgarbi

Ogni domenica la nostra cultura fuori dal coro

C ari lettori, da domani, ogni domenica, troverete una nuova sezione all'interno de il Giornale. Si chiama Controcultura e si tratta di nove pagine dedicate ad arte, letteratura, storia, nuovi media, cinema, televisione, musica e reportage. In questa nuova esperienza, per noi entusiasmante, saremo accompagnati dalle firme del nostro quotidiano e da altre che si aggiungeranno fin dal primo numero. Di volta in volta, pubblicheremo inediti di grandi scrittori, anticipazioni librarie, interviste approfondite e cercheremo di alimentare il dibattito intorno ai problemi di attualità, rileggendoli in chiave culturale. Ma ci saranno anche le recensioni delle migliori uscite librarie, le classifiche di vendita commentate, le mostre del momento più interessanti, un borsino dell'arte per i collezionisti, ampi reportage dai luoghi della cultura e uno spazio riservato a «Suoni e visioni», con attenzione particolare al mondo della Rete e dei Social Network.

Avremo alcuni appuntamenti fissi. Vittorio Feltri scriverà di televisione, Nicola Porro ci aiuterà, titolo per titolo, a mettere insieme una biblioteca liberale, Vittorio Sgarbi illustrerà le meraviglie dell'arte. Scoperta e proposta: queste sono le parole che abbiamo utilizzato come bussola, nella convinzione che, nel panorama culturale italiano, ci siano temi e personaggi inesplorati, vuoi per mancanza di curiosità, vuoi per conformismo. Pensate, ad esempio, al gigantesco dibattito in corso in Francia da oltre vent'anni su laicità, immigrazione, integrazione, assimilazione e multiculturalismo: cosa ne avremmo saputo se non ci fosse stato il massacro di Parigi? Nulla o quasi. In Italia alcune idee sono tabù o possono essere trattate in una sola chiave, quella del politicamente corretto, l'ideologia dei nostri giorni.

Controcultura nasce dunque per dare voce a chi non canta nel coro, nel solco della tradizione de il Giornale.

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