Oltre 47mila contagi sul posto di lavoro. Più colpiti medici, vigilantes e call center
13 Giugno 2020 - 08:53Registrati anche 208 decessi. Non c'è stato il boom temuto dopo la fine del lockdown. L'81% delle denunce viene dal settore della sanità
Per il momento non c'è stato il boom dei contagi che tanto si temeva nei posti di lavoro dopo l'allentamento del lockdown del 18 maggio scorso e la riapertura di fabbriche, uffici, bar, parrucchieri e ristoranti. Basta analizzare i numeri del 4° Report nazionale dell'Inail dove emerge che i contagi di maggio appartengono alle categorie che l'Istituto aveva già considerato ad alto rischio ed operativi durante la fase della chiusura: sanità, alimentari, farmaceutica.
I NUMERI
I casi denunciati al 31 maggio sono 47.022, 3.623 in più rispetto al monitoraggio precedente del 15 maggio. I casi mortali sono 208 (+37), pari a circa il 40% del totale dei decessi sul lavoro denunciati all'istituto nel periodo preso in esame e concentrati nei mesi di marzo (40%) e aprile (56%).
SANITÀ PIÙ COLPITA
I nuovi contagi riguardano chi non ha mai smesso di lavorare anche nei mesi precedenti, cioè operatori di ospedali, case di riposo, residenze per anziani e disabili dove si contano l'81,6% delle denunce (e il 39,3% dei casi mortali). La figura più colpita da Covid-19 è quella dell'infermiere: si contano oltre otto infettati su dieci e più di sei morti su dieci. Seguono gli operatori socio-sanitari (21,5%), i medici (l'11%), gli operatori socio-assistenziali (8,3%) e ausiliari, portantini e barellieri (4%). Accanto al mondo della Sanità si affianca, per ordine di infezioni, quello del servizio di vigilanza, quello delle pulizie e i call center. Contagi anche nel settore manifatturiero (industria alimentare, chimica e farmaceutica), le attività di alloggio e ristorazione e il commercio. Insomma, il quadro che non sembra riflettere contagi relativi a nuovi settori freschi di apertura anche, se considerando i tempi di incubazione del virus, c'è da aspettarsi qualche novità dai dati di giugno. Ma a maggio, le categorie colpite da covid sono quelle che l'Inail aveva già considerato ad alto rischio perché operativi durante la durante la fase della chiusura: sanità, alimentari, farmaceutica.
NORD OVEST
Anche le zone da cui arrivano le denunce non sorprendono: più della metà dei casi (55,8%) e quasi sei decessi su 10 (58,7%) ricadono nel Nord-Ovest. La Lombardia, in particolare, si conferma la regione più colpita, con il 35,5% delle denunce di contagio sul lavoro e il 45,2% dei decessi. In totale sono 16.700 le infezioni, e tre su dieci riguardano la provincia di Milano. Il primato negativo dei casi mortali, con 25 decessi, invece è della provincia di Bergamo. Il 24,4% dei casi, invece si posiziona nel Nord-Est (Emilia Romagna 10,2%), l' 11,8% al Centro (Toscana 5,6%), il 5,8% al Sud (Puglia 2,5%) e il 2,2% nelle Isole (Sicilia 1,2%)
I CONTAGIATI
Le donne fanno la .parte del leone in fatto di contagio (lavorano molto di più degli uomini nella Sanità) con sette casi su dieci cioè il 71,7%. Tra i maschi la percentuale di contagio si ferma al 28,3%. Ma le donne reggono meglio l'urto del virus e guariscono più dei colleghi uomini. L'età media dei lavoratori che hanno contratto il virus è di 47 anni per entrambi i sessi.
DECESSI
Studi e statistiche dimostrano che il Covid sia letale soprattutto per il sesso forte. Ben l'82,7% dei decessi riguardano infatti i maschi con 59 anni di media, mentre «solo» il 17,3% le femmine di 57 anni.
Quasi il 30% delle morti sono avvenute nella sanità, in particolare tra gli infermieri (il 66%) e i medici (13%), seguite da quelle conteggiate nel settore commercio all'ingrosso e al dettaglio (oltre 11%), tra gli addetti alla lavorazione di prodotti chimici, farmaceutici, stampa, industria alimentare, (9,8%).
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.