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Le Ong rischiano multe ma i loro affari volano

I bilanci delle dieci organizzazioni italiane più grandi cresciuti del 12%. Business da 560 milioni

Le Ong rischiano multe ma i loro affari volano

Le ong sono in rivolta di fronte all'annunciato decreto Sicurezza bis, con cui il ministro dell'Interno Matteo Salvini mira a sanzionare le navi umanitarie che effettuino soccorsi nel Mediterraneo «senza rispettare le regole». Lo schema del provvedimento prevede multe fino a cinquemila euro per ciascun migrante trasportato: una tegola finanziaria insostenibile che manderebbe in rosso i bilanci delle associazioni compromettendone l'attività di soccorso in mare.

Ma i conti delle organizzazioni non governative per ora godono di ottima salute. Nonostante i loro rappresentanti si siano scagliati a più riprese contro la Lega e Movimento cinque stelle e temessero le conseguenze delle campagne «diffamatorie» ai loro danni, cominciate prima ancora che si insediasse il nuovo governo (Di Maio quando era all'opposizione le definì «taxi del mare» e l'ex ministro Minniti, del Pd, varò appositamente per loro un codice di condotta), le loro casse invece sono in crescita. Il trend di donazioni incamerate per le loro attività umanitarie si è confermato positivo e ha fatto volare i bilanci.

Secondo i dati di Open cooperazione, nell'ultimo anno i consuntivi delle dieci più grandi organizzazioni non governative italiane sono cresciuti del 12,4%: da quasi 500 milioni del 2016 sono arrivati a sfiorare i 560 milioni nel 2017. Un balzo definito «esponenziale» dall'elaborazione, lo hanno registrato soprattutto ong come Coopi, Cesvi, Intersos e Cisp, «che aumentano del 30-40% le loro entrate». Secondo il dossier in aumento, sebbene più contenuto, sono state anche Save the Children e Medici senza frontiere, le organizzazioni che con le loro navi sono state le più coinvolte nelle attività di ricerca e salvataggio nel Mediterraneo. In leggera flessione invece ActionAid, Unicef ed Emergency. Va ricordato che si tratta comunque di dati che si riferiscono ai bilanci approvati nel 2018 dalle organizzazioni e che quindi riportano i conti delle attività riferite al 2017. Saranno quelli dell'anno prossimo a rivelare se le politiche anti immigrazione e anti ong dell'attuale ministro dell'Interno abbiano avuto effetti sulle loro finanze, come più volte da loro denunciato. Per il momento i dati aggiornati fotografano un bilancio totale delle prime dieci organizzazioni italiane che ammonta per il 2017 a oltre a 559 milioni di euro, in aumento rispetto a 497 milioni dell'anno prima, il 2016.

«Ancora più rilevante - scrive Open cooperazione - è il tasso di crescita delle ong italiane se si allarga lo spettro a un numero più ampio di organizzazioni. Prendendo in considerazione un campione omogeneo di 68 ong il trend di crescita dell'ultimo quadriennio sfiora il 30% passando da un totale dei bilanci di 529.647.865 milioni a 685.206.723 (più 155.558.858 euro)», si legge ancora nel dossier. Dunque a dispetto delle fosche previsioni la galassia umanitaria registra una crescita del 11,43% dal 2016 al 2017.

Un piccolo boom. Insieme con i conti migliorano anche, secondo gli analisti, la trasparenza e la predisposizione delle organizzazioni a rendere pubbliche le informazioni economiche. «Se nel 2015 erano solo sei le Ong con rank di trasparenza compreso tra 100 e 97% oggi, sono ben 21».

E la percentuale di organizzazioni non governative che hanno un bilancio certificato da revisori esterni è del 78%.

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