Opposizione dura e Regionali: Berlusconi stringe con la Lega

Riparte il dialogo, Salvini ad Arcore per le candidature e la strategia comune contro Renzi Il leader spinto a riprendere le redini del partito dal 92% dei moderati: «No all'irrilevanza»

Opposizione dura e Regionali: Berlusconi stringe con la Lega

T orna l'asse Forza Italia-Lega. I fili del dialogo sono stati ufficialmente riannodati, le prove tecniche di intesa sono iniziate, una prima bozza di accordo è stata individuata. Di rientro dal breve tour in Sicilia, Matteo Salvini, accompagnato da Giancarlo Giorgetti, viene ricevuto a cena da Silvio Berlusconi, alla presenza di Giovanni Toti. È il primo faccia a faccia tra i due leader dopo la rottura del Patto del Nazareno, un incontro a cui, fanno sapere sia da Forza Italia che dalla Lega, ne seguiranno altri per discutere di governo e alleanze politiche, così come Berlusconi vedrà presto Giorgia Meloni.

Una vera e propria intesa ancora non c'è. Ma i frutti politici del dialogo sono già maturi. Il primo punto dell'accordo è una strategia di coordinamento per attuare una ferma opposizione in Parlamento ai provvedimenti del governo e frenare lo strapotere di Matteo Renzi. Con due immediati fronti su cui esercitare le armi: il primo è una azione coordinata sul Ddl Boschi in discussione alla Camera, al quale Forza Italia presenterà 700 sub-emendamenti di cui diversi con un'impronta fortemente federalista. Un'azione di disturbo che rappresenterà un primo segnale politico del nuovo corso, molto più di lotta e molto meno di governo. Il secondo è una convergenza sull'opposizione parlamentare al decreto sulle banche popolari.

Nel corso del colloquio Berlusconi-Salvini viene affrontato anche il tema delle alleanze per le Regionali. Il vero ostacolo per un accordo complessivo è il veto leghista su Ncd e il suo simbolo. Ma anche Berlusconi non nasconde le sue perplessità perché «fino a quando Alfano starà con Renzi difficilmente si potrà trattare su una vera alleanza». L'accordo sul Veneto viene dato per scontato, mentre bisogna lavorare sulla Liguria dove il Carroccio vorrebbe schierare Edoardo Rixi. Aperta anche la questione della Toscana con la Lega che non vede di buon occhio la candidatura dell'imprenditore Giovanni Lamioni. Così come bisognerà discutere della Campania dove il Carroccio potrebbe tentare una prima avventura «meridionale». In questo senso non si escludono nella selezione dei candidati scelte a sorpresa, con Alessandro Cattaneo che chiede «di innovare e non guardare ai potentati locali». Certo strategicamente i dirigenti leghisti usano mille cautele, ma è evidente come il riavvicinamento sia in corso.

Berlusconi, d'altra parte, appare deciso a mettere in campo una opposizione «a 360 gradi» e lo conferma a Salvini, superando anche la prudenza nei confronti del Patto del Nazareno consigliata da Fedele Confalonieri, ieri ad Arcore durante il rituale incontro del lunedì. Il presidente di Forza Italia è deciso a percorrere questa strada e vuole rimettersi in gioco in prima persona, anche perché, ha spiegato, «se continuiamo a fare esercizio di realpolitik rischiamo di condannarci all'irrilevanza». Insomma è arrivata l'ora di rischiare, tanto più che - come conferma un sondaggio Ipsos - 92 elettori moderati su 100 pensano che Berlusconi presto riprenderà in mano le redini di Forza Italia per opporsi al governo Renzi. Insomma a giudicare dai dati l'elettorato azzurro si stringe attorno alla leadership di Berlusconi. Inoltre i moderati non credono che la partita sia chiusa e ritengono che il centrodestra unito possa tornare competitivo alle prossime elezioni. Una convinzione sposata dal 58% dell'elettorato moderato. Una luce di speranza per chi, come Berlusconi, appare sempre più deciso a riannodare i fili del dialogo e riportare gli elettori dalla propria parte.

di Fabrizio de Feo

Roma

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