Roma Ha ancora la tuta da sci indosso, che forse lo ha aiutato a sopportare il freddo, il piccolo Gianfilippo, quando i vigili del fuoco lo tirano fuori da un varco aperto a fatica in una stretta intercapedine. Il primo superstite ad emergere dalle macerie coperte di neve dell'hotel Rigopiano, nella tarda mattinata, è il figlio di Giampiero Parete, il cuoco che dopo aver evitato per un caso di essere travolto dalla slavina ha tentato, invano per ore, di dare l'allarme.
Un miracolo che il bimbo sia sopravvissuto là sotto per oltre 40 ore, accanto alla mamma Adriana, 43 anni, infermiera in una clinica privata a Pescara, salvata subito dopo di lui. Un miracolo nel miracolo costatare che sono bambini anche gli altri tre sopravvissuti raggiunti ed estratti dai soccorritori qualche ora più tardi. Tutti vivi e coscienti, anche se scossi e in condizioni di lieve ipotermia, i piccoli protagonisti di questa immensa tragedia, i primi ad essere tratti in salvo e portati in ospedale a Pescara. Mentre i vigili del fuoco continuano a scavare per raggiungere gli altri cinque superstiti individuati sotto l'albergo e i familiari dei dispersi sprofondano in un'ansia sempre più intollerabile, resa ancora più angosciante dalla confusione delle notizie che arrivano dal luogo dei soccorsi e dall'assenza di informazioni certe sull'identità di vittime e sopravvissuti.
Giampiero Parete non aveva mai perso la speranza, nonostante avesse visto la montagna inghiottire l'hotel con tutta la sua famiglie dentro. Contro ogni evidenza, anche quando da sotto la neve non arrivava alcun segnale, ha continuato a credere in un miracolo. Ore drammatiche, per lui. Fino alla notizia che c'erano dei sopravvissuti e, tra questi, sua moglie e suo figlio. Mancava all'appello l'altra figlia, Ludovica, 8 anni. Questa vacanza nell'hotel dei sogni doveva essere un regalo per il suo compleanno, per lei che voleva tanto vedere la neve. Il miracolo si perfeziona qualche ora più tardi: anche la bambina è salva. Giusto il tempo di trasferirla il elicottero in ospedale, poi l'abbraccio lunghissimo che riunisce la famiglia. E subito la richiesta dei suoi biscotti preferiti: i Ringo. Era stata mamma Adriana, del resto, appena estratta dalle macerie, ad indicare ai soccorritori dove cercarla. La piccola è stata raggiunta dai vigili del fuoco quando era già buio e con lei sono stati tirati fuori altri due bimbi. Tutti in buone condizioni. Tra loro Edoardo, 9 anni, figlio di Sebastiano Di Carlo e di Nadia Acconciamesse, di Loreto Aprutino, in provincia di Pescara. Erano in vacanza con il loro bambino e una coppia di amici, che risulta tra i dispersi. Sebastiano e Nadia, invece, dovrebbero essere tra i cinque sopravvissuti con cui i vigili del fuoco sono riusciti a stabilire un contatto ma che ancora non sono stati estratti da quel che resta della struttura. All'ospedale ad accogliere il piccolo Edoardo si è precipitata la zia, Simona di Carlo, consigliere comunale a Pescara. «È un miracolo, una sensazione stupenda. Dei genitori non so nulla ma è probabile che lo abbiano protetto e che siano vivi anche loro». Il terzo bambino tratto in salvo dovrebbe essere il figlio di 6 anni del poliziotto di Osimo, Domenico Di Michelangelo, e di sua moglie Marina Serragliocco. Un cugino in mattinata aveva raccontato di aver saputo che tutti i componenti della famiglia erano sopravvissuti. Conferme arrivano anche dal sindaco di Osimo: «Sono salvi. Fonti autorevoli mi comunicano che sono vivi». Vivi, ma fino a ieri sera ancora sotto la neve, con i soccorritori che non erano ancora riusciti a raggiungerli. La situazione è in continua evoluzione e le notizie sono frammentarie.
Anche per i parenti dei dispersi, sempre più in ansia per la sorte dei propri cari. Purtroppo c'è chi tra loro ha smesso di sperare. Due delle vittime sono state infatti identificate. Si tratta di Alessandro Giancaterino, capo cameriere del resort e di Gabriele D'Angelo, cameriere anche lui.
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