Ora la Francia ci scarica anche i «suoi» clandestini

Tra Italia e Francia, al mercato della frontiera, non si «trattano» merci. Si specula sulle vite. Abominevole import-export, in cui i «riporti» risultano sempre a nostro sfavore. Si conta, si traffica, si litiga -manco ad essere in un suk-, peccato che la materia prima sia «carne umana». Quella di migranti, quella di extracomunitari in qualche caso profughi, per la maggior parte, detto senza ipocrisie, clandestini attratti da un'illusione.

Ai nostri cugini d'Oltralpe, colonizzatori d'antan, dismessi i possedimenti i «neri» non servono più. Cosi come al resto del nostra decadente Europa, ex simbolo di civiltà.

Al confine di Ventimiglia, da giorni si combatte una guerra ormai nemmeno più nascosta. Non si spara ma si tendono imboscate. Sul fronte non ci sono soldati ma poliziotti, ufficialmente amici, uniti dalla bandiera blu a stelle dell'Europa che non c'è; in realtà oggi più che mai nemici. Lo ammette persino l'incrollabile presidente del Senato Pietro Grasso: «Il sogno di un'Unione Europea solidale nato a Ventotene rischia di morire sugli scogli di Ventimiglia». Li dove sotto afa e solleone da oltre una settimana bivaccano centinaia di africani respinti dai francesi. Molti, per non dire quasi tutti, sono musulmani. Per loro ieri è cominciato il Ramadan, il mese del digiuno, finora erano stati sfamati da volontari, uomini della Protezione civile e Croce Rossa. Da adesso gli stenti cresceranno. Come probabilmente le malattie.

La «rogna» tocca all'Italia. Lo straniero al di là della frontiera non passa.

Nel «campo profughi» allestito a Ventimiglia giovedì erano stati distribuiti 750 pasti. Il numero dei migranti però «è aumentato in modo esponenziale nelle ultime 48 ore - fanno sapere dalla Croce Rossa - e il flusso sta aumentando».

Già, ma a quanto pare, non solo a causa di nuovi arrivi di stranieri «italiani». Nei giorni dell'emergenza lungo il valico di frontiera di Ponte San Luigi, stando a quanto denunciano forze di polizia e volontari a «Repubblica», il governo di Parigi starebbe approfittando della situazione per provare a espellere in Italia anche extracomunitari minorenni (che per legge vanno ospitati nel Paese in cui vengono fermati) e clandestini mai arrivati dallo Stivale: «Ci rimandano di tutto, stanno ripulendo la Francia», si sfoga un addetto ai «lavori» lontano dalle telecamere.

Al momento nel centro di prima assistenza organizzato dal Comune di Ventimiglia nella stazione ferroviaria gli ospiti sono oltre trecento. Ma tanti altri vagano tra stazione spiagge e sentieri in attesa di trovare il momento e il varco giusto per sconfinare.

Le forze dell'ordine italiane, bellamente abbandonate dal surreale ministro Alfano, provano a reagire a colpi di cavilli.

Ieri la nostra polizia di frontiera ha negato, in base all'accordo bilaterale di Chambery , la riammissione sul nostro territorio di una trentina di migranti pizzicati dai francesi sulle proprie spiagge. Altri 38 ce li siamo dovuti riprendere. Insomma un bombardamento in cui le bombe sono esseri umani. Una sconfitta per tutti. Dopo Waterloo e Caporetto, si ricorderà Ventimiglia.

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