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Ora è guerra di numeri tra Gualtieri e Bonomi

Va avanti lo scontro tra governo e industriali. Gualtieri contesta i dati di Bonomi sulla crisi da coronavirus: "Numeri superati, incompleti e fuorvianti"

Ora è guerra di numeri tra Gualtieri e Bonomi

Non si placa la crisi tra Confindustria e governo. Volano stracci. Non bastava il faccia a faccia tra il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, e il numero uno di Viale dell’Astronomia, Carlo Bonomi, di pochi giorni fa. Ora ci si mette anche il ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri, a muovere guerra contro gli industriali. E i proiettili sono numeri, dati, statistiche. Pallottole che non lasciano spazio a titubanze. Il conflitto è nell’aria da giorni. Al centro del contendere la crisi economica da coronavirus che fa paura agli italiani. Il virus ha colpito forte e gli Stati generali, quella passerella messa in piedi frettolosamente dai giallorossi nel fortino di Villa Pamphili, sembra sempre più un reality visto e rivisto. Un programma che ormai non appassiona più nessuno.

Quando è ormai ora di cena, in questo venerdì di metà giugno, arriva una nota congiunta del Mef e del Mise. "Il documento pubblicato oggi dal Centro Studi Confindustria sulla risposta economica italiana ed europea all’emergenza Covid contiene dati ormai superati, incompleti e fuorvianti", recita. Come se tutto, uscendo fuori dal palazzo e girando per le strade della capitale (e non solo) procedesse nel migliore dei modi. Purtroppo, non è così. Si spiega che il rapporto cita alcuni numeri confutabili. Secondo lo studio degli industriali per quanto riguarda i sussidi, la Germania ha erogato oltre 13 miliardi di euro a piccole imprese e autonomi (in circa due mesi) contro i 4,7 della Francia (erogati in poco più di due mesi) e i 2,4 dell’Italia (per il solo mese di marzo).

In realtà, spiega Gualtieri, l’Italia ha erogato quasi 6 miliardi a quasi 5 milioni di persone per tutte le indennità di marzo e aprile, quindi più della Francia. Peraltro, per le piccole imprese è operativo anche il bonus affitti, lo sconto sulle bollette, l’abbuono Irap di giugno e dalla prossima settimana inizieranno le erogazioni dei contributi a fondo perduto, che porteranno l’importo complessivo a poco meno di 20 miliardi di euro. Quanto alla liquidità, nel confronto Confindustria omette i 277 miliardi totali della moratoria sui crediti e mutui, di cui hanno beneficiato 2,6 milioni tra cittadini e imprese e la cui inclusione modificherebbe sensibilmente, a vantaggio dell’Italia, il paragone e le considerazioni critiche.

Infine, quanto ai tempi di adozione dei decreti rispetto all’inizio della diffusione del Covid, vale la pena di notare che il primo decreto contenente "misure urgenti di sostegno per famiglie lavoratori e imprese connesse all’emergenza epidemiologica da Covid-19" risale al 2 marzo, a 10 giorni dal primo caso accertato in Lombardia. Rimbrotta puntuto Gualtieri. Naturalmente, continuano i protagonisti di questa storia, è vero che alcune misure hanno riscontrato criticità nei tempi di attuazione, prima fra tutte la cassa integrazione in deroga, che ha scontato una procedura troppo complessa. Il governo ha riconosciuto il problema e per questo ha introdotto modifiche importanti nel decreto Rilancio. "Individuare criticità e problemi è importante e utile, tuttavia auspichiamo che le analisi e le valutazioni di tutti siano sempre fondate su un esame e un uso accurato dei dati", conclude il governo.

Interviene nello scontro anche il centrodestra. "Un governo che risponde con un comunicato congiunto di due Ministeri (Mef e Mise) al Centro studi della principale associazione datoriale del Paese (Confindustria), o ha una gigantesca coda di paglia o una sottile pulsione autoritaria.

O forse entrambe le cose", scrive su Twitter Mariastella Gelmini, capogruppo di Forza Italia alla Camera dei deputati.

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