Ora i grillini rischiano il concorso in omicidio

La Appendino e i suoi dirigenti indagati per la ressa mortale

Ora i grillini rischiano il concorso in omicidio

V enti avvisi di garanzia ai vertici amministrativi e istituzionali di Torino, compresa la sindaca Chiara Appendino. Sarebbe questo, secondo quanto anticipato ieri dal quotidiano La Stampa, l’esito dell’inchiesta sulla tragica notte del 3 giugno in piazza San Carlo: 1500 feriti e un morto tra i tifosi della Juventus che si erano radunati per assistere sui maxi schermi alla finale di Champions League contro il Real Madrid. I pm ipotizzano addirittura un concorso di omissioni e negligenze tra più persone, cosa che se provata porterebbe a pene fino a dodici anni di carcere. Quella notte quindi, secondo la procura, non ci fu uno o più colpevoli ma fu una strage provocata da un sistema, il sistema Cinquestelle che a Torino è guidato da Chiara Appendino, che peraltro, dopo aver dato sommarie disposizioni, invece di vigilare e coordinare volò a Cardiff per assistere alla partita dagli spalti. Nella sua drammaticità, e con il rispetto che meritano le persone coinvolte, questa è la prova di ciò che sosteniamo da tempo. E cioè che i Cinquestelle al governo, oggi di una città domani chissà, sono un pericolo reale. Addirittura, dal punto di vista tecnico giuridico, si configura il concorso in omicidio, perché l’incapacità e l’inesperienza unite all’arroganza possono fare più danni della disonestà. Onesti (fino a prova contraria) ma incapaci. E non solo a Torino. A Livorno, altra città governata dai Cinquestelle, a settembre si contarono nove morti per una alluvione di cui i cittadini erano all’oscuro. Il sindaco Filippo Nogarin non diede l’allerta perché non sapeva di doverla dare e pasticciò con il telefonino nei minuti decisivi. Della Raggi a Roma si è scritto di tutto: dall’immondizia lasciata nelle strade all’invasione di topi, dalla sbagliata disinfestazione del verde alle buche nelle strade fino ai bus che si incendiano strada facendo è tutto un continuo allarme sociale. Il problema non è se i Cinquestelle siano o no criminali, e credo che a larga maggioranza non lo siano.

È criminale farsi governare da ragazzetti che non hanno mai lavorato un giorno in vita loro. Ci pensino bene domani i siciliani chiamati alle urne. Ci pensino gli italiani quando saranno chiamati alle urne. La politica è quello che è, lo sappiamo, ma a essere complici di un concorso in omicidio, non ci sto.

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