Saldatori introvabili, fabbriche in crisi: mancano 100mila operai all’anno. I lavori (faticosi) che nessuno vuole

Le imprese cercano (ma non trovano) anche autisti, elettricisti e ferrovieri

Saldatori introvabili, fabbriche in crisi: mancano 100mila operai all’anno. I lavori (faticosi) che nessuno vuole

l saldatore non è un lavoro erotico. Non sempre, perlomeno, anche se più di 40 anni fa ha sedotto con la storia di Alex, la ragazza di Pittsburgh che di giorno lavorava in acciaieria e la sera ballava nei club, con il sogno di entrare con scaldamuscoli, ricci neri e body in tinta all'accademia di danza. What a Feeling, le note di Giorgio Moroder e gli anni Ottanta a raccontarti che tutto è possibile. Quello che forse pochi riuscivano a immaginare è che di ballerini ce ne sarebbero stati in abbondanza e di saldatori una manciata di vecchi professionisti sempre più vicini alla pensione. No, questo non è facile populismo contro la passione artistica, perché tutti in fondo abbiamo tifato per Alex. È solo la presa d'atto che gli operai specializzati stanno diventando un po' più rari e ci sono ragioni razionali che neppure il mercato del lavoro, con tanto di mano invisibile, riesce a superare. È una vita di fatica e le soddisfazioni non sono molte. E poi c'è il salario. La media per un saldatore è ancora di 1.500 euro netti al mese. Se in questo momento la richiesta è alta devi pagare di più. C'è in effetti chi, tra gli imprenditori, lo sta facendo. Di certo c'è che i saldatori sono ricercati, desiderati, richiesti, difficili da trovare in gran parte dell'Occidente. È il mestiere più richiesto ereditato dal vecchio Novecento. È qualcosa di solido, è fuoco e ferro. È una sfida.

ASSUNZIONI IMPOSSIBILI

Ci sono altre figure professionali difficilissime da reclutare. Lavori snobbati dai giovani, un po' per lo stress dei turni e la fatica che comportano, un po' per le restribuzioni. Nella classifica del 2025 sono considerati una rarità gli autisti di mezzi pubblici, i manutentori ferroviari, i tecnici della fibra ottica, gli elettricisti e i "direttori d'orchestra" dei cantieri. In Italia mancano tecnici specializzati. È una frase che circola da anni, ma che oggi ha assunto il peso dell'urgenza. Secondo Unioncamere e Anpal, più di 100mila operai qualificati e tecnici mancano ogni anno nei settori chiave del manifatturiero, e tra i profili più rari compaiono puntualmente i saldatori.

I POSTI AL NORD

La carenza si sente soprattutto al Nord, dove le aziende della meccanica e della siderurgia faticano a coprire i turni: a Brescia, a Bergamo, a Torino le offerte si moltiplicano, ma i candidati restano pochi. Un dato diffuso da Confindustria Lombardia parla chiaro: quasi il 70% delle imprese metalmeccaniche dichiara difficoltà di reperimento. La storia non è solo italiana. Negli Stati Uniti la American Welding Society stima che entro il 2028 serviranno 330mila nuovi saldatori per colmare il vuoto lasciato dai pensionamenti e dalla domanda crescente. Un numero che somiglia a un grido d'allarme: il 22% della forza lavoro del settore ha più di 55 anni, e i giovani preferiscono l'informatica o i servizi.

IL FUTURO IN FIAMME

Chi lavora nelle fabbriche lo sa: la carenza di un solo saldatore può bloccare un'intera linea. Il giunto che non si fa in tempo a completare diventa ritardo, fermo macchina, perdita economica. Per questo alcune imprese hanno deciso di rilanciare. A Breganze, la multinazionale AGCO ha fondato la sua Welding Academy per formare in casa i saldatori mancanti. In aula entrano ragazzi poco più che ventenni, spesso al primo contratto stabile. Indossano casco e guanti, imparano a dominare la luce accecante dell'arco, a regolare il calore, a sentire il metallo vibrare sotto le mani. È formazione rapida ma intensa: un investimento che vale più di qualsiasi campagna di recruiting.

La domanda resta superiore all'offerta. In alcuni casi i salari sono raddoppiati rispetto agli standard nazionali pur di trattenere i lavoratori. A Brescia e Milano, si arriva a superare i 2.500 euro netti per chi ha competenze certificate. All'estero va anche meglio: negli Stati Uniti la paga media supera i 25 dollari l'ora, e in settori speciali come l'aerospazio o il nucleare può arrivare al doppio.

LA MASCHERA E IL MITO

Il saldatore resta un mestiere affascinante perché unisce la concretezza e il simbolo. È fatica, rischio, sudore. Ma è anche il fuoco che lega: due pezzi separati che diventano uno. C'è una componente quasi alchemica, il passaggio dallo stato solido a una nuova forma, che resiste al tempo e alla pressione. Yohanes è greco ma ha scoperto l'arte di Efesto qui in Italia."Questo è un mestiere che negli ultimi 20 anni è cambiato parecchio. Il saldatore non è più un semplice operaio. C'è molta tecnica e bisogna studiare anche la teoria, perché bisogna sapere quando conviene usare un certo gas o una lega. Non si può saldare senza conoscere gli strumenti che usi". Negli anni Venti e Trenta i saldatori erano gli eroi invisibili dei grandi cantieri. Oggi li vediamo meno, ma sono ovunque: nelle automobili, nei ponti, nei binari, nelle pale eoliche. Senza saldatori, il mondo moderno non reggerebbe un giorno. Il mito ha bisogno di essere aggiornato. L'industria sta cambiando pelle: nelle fiere di settore, da Chicago a Düsseldorf, brillano i nuovi cobot, robot collaborativi come l'UR8 Long di Universal Robots, progettati proprio per rendere la saldatura più sicura e precisa. Sono bracci agili, programmabili con un gesto della mano, capaci di ripetere all'infinito traiettorie complesse.

Ma senza l'uomo non vanno lontano: il saldatore non scompare, si trasforma in regista. Non è più solo colui che regge la torcia, ma chi sa dialogare con la macchina, guidarla, controllarne la qualità. È il mestiere del fuoco e del ferro. È l'operaio che il futuro non può permettersi di perdere.

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