Semmai ce ne fosse stato ancora bisogno, un altro messaggio chiaro e forte a quanti credono ancora che con lo Stato islamico si possa negoziare, è arrivato ieri a tarda sera. Con inserzioni pubblicitarie sulla sua rivista Dabiq , l'Isis ha messo «in vendita» un ostaggio norvegese e uno cinese alludendo alla possibilità di ucciderli qualora nessuno pagasse il riscatto, dato che si tratta di «un'offerta a tempo limitato». Nella penultima e terz'ultima pagina di un numero della rivista pubblicato ieri, lo Stato islamico pubblicizza, in inglese, un «prigioniero norvegese in vendita» con un « for sale » riservato anche al cinese. Quattro foto segnaletiche di due uomini in tuta gialla sovrastano la scritta «è stato abbandonato dal suo governo, che non ha fatto del proprio meglio per comprare la sua libertà. Chiunque voglia pagare il riscatto per il suo rilascio e trasferimento “può contattare” un numero che inizia con prefisso 0096». Così, come se si trattasse di automobili. Come se un essere umano valesse quanto una bicicletta in vendita su e-bay . Questo è lo Stato islamico, questo è l'Isis, macellai senza scrupoli che usano le persone come ariete contro chissà quale delirante guerra contro un Occidente cristiano e infedele. Eppure lo Stato islamico agisce proprio così. Il gruppo terroristico islamista attivo in Siria e Iraq, il cui attuale capo, Abu Bakr al-Baghdadi, nel giugno 2014 ha unilateralmente proclamato la nascita di un califfato nei territori caduti sotto il suo controllo, fa da sempre un largo uso della propaganda. Sempre sul solito giornale online dell'Isis Dabiq venne pubblicato il 12 ottobre scorso un fotomontaggio, puntualmente riproposto dai media occidentali (come sperava l'Isis), in cui veniva raffigurata sullo sfondo la Basilica di San Pietro a Roma, con il vessillo nero dell'Isis sventolante al di sopra dell'obelisco della piazza, e un titolo ( The failed Crusade ) in cui si sottolineava il «fallimento della crociata» - intesa dallo Stato islamico come l'inefficacia dei bombardamenti aerei alleati - e l'imminente conquista di Roma quale simbolo dell'intero Occidente. Tutt'oggi lo Stato islamico si avvantaggia regolarmente dei media sociali, in particolare di Twitter . Per distribuire il suo messaggio organizza campagne hashtag , incoraggiando tweet con etichette popolari e utilizzando applicazioni che abilitano l'Isis a diffondere la propria propaganda sui profili dei suoi sostenitori. L'uso dei social media , come il caso di ieri per la vendita dei due ostaggi, è stato descritto da un esperto come «più sofisticato di quelli della maggior parte delle compagnie statunitensi».
Mentre i video mostruosi dello Stato islamico intasano il web tra decapitazioni, affogamenti e patrimoni dell'umanità distrutti, il pensiero corre veloce verso la Cassandra che aveva previsto tutto: Oriana Fallaci. Nel mare di carta che invade le librerie sul rapporto fra islam e mondo occidentale, le pagine più ardenti sono ancora le sue.
Quelle della Trilogia ( La Rabbia e l'Orgoglio , La Forza della Ragione , L'Apocalisse ), ma anche Le radici dell'odio. La mia verità sull'islam uscito da pochi giorni. Sacrosanto diritto-dovere di odiare l'islam. Oggi più che mai.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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