Politica

Ostia al voto, Pd e Cinquestelle rischiano il tracollo

Ostia torna alle urne. Ecco perché il X Municipio, l'unico della Capitale sciolto per mafia, avrà una rilevanza nazionale

Ostia al voto, Pd e Cinquestelle rischiano il tracollo

Ostia cartina di tornasole per i partiti? Il X Municipio di Roma torna alle urne, dopo l’arresto dell’ex presidente Pd travolto da Mafia Capitale e due anni di commissariamento. Il voto, che si svolge lo stesso giorno delle Regionali siciliane, è l’ultimo appuntamento elettorale prima delle Politiche e perciò assume il valore di un test nazionale.

Per Virginia Raggi, che qui un anno fa raggiunse percentuali record sia al primo (44%) che al secondo turno (77%), questo rappresenta il primo vero banco di prova. Il centrodestra, invece, ha ritrovato l’unità perduta e si gioca tutto al secondo turno, dal quale sembra sarà escluso il Pd. Anzi, se i voti reali dovessero confermare le previsioni dei sondaggi, potrebbe addirittura esser superata da Casa Pound in corsa per un risultato inedito. Lo spaesamento della sinistra radicale si ripercuote anche su Ostia, dove Stefano Fassina sostiene la lista apartitica di don Franco De Donno. Il prete di frontiera, che ha ricevuto la sospensione a divinis per poter scendere in politica, ha però respinto al mittente l’endorsement.

Ecco perché abbiamo deciso di dirigerci a Ostia e incontrare i 3 principali candidati e i due outsider che hanno fatto parlare per i loro continui screzi (guarda il video).

Il mondo grillino

Il nostro viaggio nel mondo dei Cinquestelle inizia con un giro sul Tevere, all’interno della motonave ‘Invincibile’ presa a noleggio da Giuliana De Pillo, l’ex delegata del sindaco Raggi, per inaugurare la campagna elettorale. Qui, come ospiti d’eccezione, troviamo la senatrice Paola Taverna e il presidente dell’assemblea capitolina, Marcello De Vito. Tutti e due fermamente convinti che Ostia premierà il lavoro svolto finora dalla giunta pentastellata, anche se gli ultimi sondaggi sembrano bocciare la Raggi.

“Credo che le persone comincino a vivere la città in modo differente da come viene raccontata dai giornali”, dice la Taverna. De Vito, invece, difende la scelta, molto criticata dagli avversari, di puntare sull’ex delegata del sindaco della Capitale: “Abbiamo iniziato a farla lavorare in Comune già dall’anno passato per farla entrare in contatto con gli assessori, i dipartimenti e il direttore di Ostia e preparare un programma basato sulla legalità”. A tal proposito la De Pillo, a margine del suo intervento, nega di essere mai entrata in contatto con gli Spada o gli altri clan, aggiungendo che a Ostia è ancora presente la prassi di avvicinarsi a un politico per chiedere favori ed è per questo che “noi dobbiamo fare anzitutto una rivoluzione culturale”.

La crisi del Pd e la voglia di riscatto del centrodestra

Il candidato del Pd è il settantenne Athos De Luca, ex senatore dei Verdi, con un passato tra i radicali e una lunga esperienza in consiglio comunale in Campidoglio. Lo troviamo all’inaugurazione della sede del circolo di Ostia che, come gli altri, è stato commissariato dopo Mafia Capitale. Accanto a lui tanti vecchi militanti storici di sinistra, qualche giovane e Roberto Giachetti, arrivato in moto da Roma per sostenerlo. “Alle precedenti elezioni il Pd ha pagato alcune sue responsabilità, non c’è dubbio. Abbiamo un candidato forte, che più di chiunque altro può far valere le sue battaglie sulla legalità, saranno gli elettori a giudicare quanto l’amministrazione grillina è in grado di governare”, ci dice il vicepresidente della Camera che un anno fa perse al ballottaggio contro la Raggi. L’impressione, però, è che De Luca sia stato scelto un po’ all’ultimo perché nessun altro voleva metterci la faccia. Le sue parole sembrano confermarcelo:“Non pensavo di assumere questa responsabilità però mi è stato richiesto dal partito – ammette – e ho accettato a condizione che ci fosse prima il consenso unanime dei militanti di Ostia e anche il gradimento a livello nazionale”.

Il centrodestra, invece, ha ritrovato l’unità perduta dietro il nome di Monica Picca, esponente locale di Fratelli d’Italia che si dice sicura di poter vincere. “In questa fase – spiega – non si vota il centro, la destra o la sinistra ma la persona e soprattutto chi vuole fare bene dal momento che, chi in passato ha votato il Pd pensando di avere partecipazione e democrazia ha trovato mafia e corruzione, chi ha votato la novità Cinquestelle ha trovato immobilismo”. “Noi – aggiunge – daremo l’avviso di sfratto al sindaco Raggi perché amministreremo nel quotidiano e ascolteremo tutti”.

Gli outsider: il leader locale di Casa Pound e il prete pro migranti

Don Franco De Donno ci riceve sul lungomare di Ostia, circondato dai suoi parrocchiani che hanno deciso di candidarsi e supportarlo nella battaglia elettorale. “Se Don Franco non fosse sceso in politica, io non avrei dato il mio voto a nessuno perché non rivedo in nessuno i principi, la mia vita e la mia professione”, ci dice l’avvocato Silvia Pavone. Simone Di Pomazio, invece, è un giovane ex elettore grillino pentito:“L’unico voto che ho dato è ai Cinquestelle ma ne sono rimasto deluso perché hanno usato Ostia come un grande spot elettorale”. Tutte persone vicine al mondo del volontariato che hanno aiutato Don Franco quando era direttore della Caritas di Ostia e che lo seguono tutt’ora anche se ha temporaneamente abbandonato la tonaca. “Ho deciso – spiega – di candidarmi per continuare a dedicarmi il più possibile ai bisogni e alle esigenze delle persone, come facevo prima e spero che, entrando in politica, avrò degli strumenti in più per continuare a far questo”. Un’avventura nuova che, però, avrà una durata limitata: “Sono solo sospeso dalla mia attività sacerdotale, non sono spretato perciò, al termine del mandato, ritornerò a fare il prete”.

La scelta di Don Franco è stata criticata da tutti i suoi avversari politici ma soprattutto dal candidato di Casa Pound, Luca Marsella, che punta a sgomberare entro 15 giorni i migranti che occupano abusivamente un’ala dell’ex colonia Vittorio Emanuele. E proprio questo è stato motivo di scontro con il prete: “Don Franco De Donno è solo un esponente dei centri sociali camuffato da prete che da 36 anni difende gli immigrati più degli italiani e oggi si riscopre politico. Speriamo non superi nemmeno lo zero virgola”. Marsella, per quanto riguarda l’esito del voto, si mostra fiducioso: “Possiamo essere il vero cambiamento che va oltre la protesta. Siamo dei combattenti e non dei nerd grillini che fanno le carte bollate ma non cambiano nulla”. “Siamo già sopra il Pd e puntiamo ad arrivare al ballottaggio con i Cinquestelle e, - conclude - se non ci arriveremo, non sosteremmo nessuno”.

Ma cosa pensano i candidati degli avversari? Lo abbiamo chiesto a loro (guarda il video)

Commenti