Padoan attacca la Flat tax per fare propaganda al Pd

Il ministro all'Ecofin: «Proposta da bacchetta magica Dichiarino le coperture». Brunetta: «Faccia di bronzo»

Padoan attacca la Flat tax per fare propaganda al Pd

Il ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan cavalca il «caso Italia» e demolisce la flat tax di Forza Italia per risalire in sella come unico interlocutore italiano dell'Europa e fare un po' di campagna elettorale. In un contesto, quello europeo, sempre meno favorevole alla sinistra.

Mossa molto politica per un ministro tecnico quella di ieri alla riunione dell'Ecofin. Alla tradizionale conferenza stampa al termine del vertice dei ministri finanziari dell'Ue, Padoan ha spiegato che tutti temono l'incertezza e si dispiacciono anche perché negli ultimi anni, quelli del suo mandato le cose erano andate particolarmente bene. «Tutti si fanno delle domande, tutti sono al corrente che la situazione prevista può essere quella di uno scenario di incertezza, tutti sanno che in quattro anni di stabilità politica ed economia l'Italia ha fatto dei passi avanti e lo dicono i miei colleghi, questo».

Una patente di buon governo attribuita agli ultimi due governi e l'auspicio che tutto possa continuare cosi. Almeno secondo Padoan. C'è insomma «implicitamente o esplicitamente» la preoccupazione che si interrompa ul cammino virtuoso.

Difficile distinguere il ruolo di ministro da quello di candidato del Partito democratico. Il centrosinistra è in seria difficoltà con i sondaggi e le istituzioni europee hanno iniziato dall'estate scorsa una marcia di riavvicinamento a Silvio Berlusconi e Forza Italia.

Proprio dagli azzurri ieri è arrivata la risposta più dura alle parole di Padoan. «Il ministro dell'Economia fa campagna elettorale anche in Europa, immerso in un incredibile conflitto d'interessi: un comportamento assurdo, inaccettabile, insultante nei confronti del cittadini italiani. Il concetto di implicitamente preoccupato è assolutamente nuovo. Attendiamo una precisazione del presidente di turno dell'Ecofin», è la richiesta di Renato Brunetta, capogruppo di Forza Italia alla Camera.

Lunedì Padoan aveva provato a prendere le distanze dal centrodestra difendendo il tetto del deficit/Pil al 3% fissato dai Patti e dagli accordi con l'Europa.

Ieri ha attaccato la flat tax, proposta che poco prima Berlusconi aveva ufficializzato anche a Bruxelles. «Quando si reduce una tassa, la si faccia piatta o articolata, occorre una copertura, deve essere messa sul piatto la coperture. Con una battuta: questo fa parte delle proposte che chiamo bacchette magiche o fatina blu, sono miracoli, spesso divertenti da ascoltare». Non si può fare come in Russia, ha spiegato il ministro, perché lì gli sconti fiscali sono coperti con i proventi del petrolio.

La campagna elettorale insomma si gioca sempre di più sul terreno delle proposte sul fisco. Padoan è da sempre vicino alle posizioni dei socialisti, sicuro che il fisco serva a redistribuire reddito e che per la crescita la spesa pubblica serva più di un taglio delle tasse. Su questi temi, più a sinistra di Matteo Renzi.

Il ministro che ha presentato una ultima lette di Bilancio quasi completamente in deficit, facendo infuriare i paesi rigoristi dell'Europa, ha anche chiesto a chi propone la flat tax di dire «quali saranno io tagli di spesa a fronte della riduzione dell'imposta in modo che poi non si debba reintrodurla perché c'è un buco di bilancio». Un conflitto di interessi quello di Padoan, secondo il centrodestra. Oppure, più semplicemente, campagna elettorale sfruttando una sede istituzionale.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica