Cronache

Ma il paese si ribella: "Che ci fa ancora qui? Ora vada in galera"

"Va tutelata la vittima non l'aguzzino". Anche sui social si scatena la protesta

Ma il paese si ribella: "Che ci fa ancora qui? Ora vada in galera"

«In che mondo viviamo?». La scarcerazione dell'indiano Lubhaya Ram che qualche giorno fa ha tentato di rapire una bambina di 5 anni sulla spiaggia di Scoglitti, nel Ragusano, lascia attoniti gli italiani. I residenti e i turisti della frazione balneare iblea vedendolo passeggiare per le vie della riviera non riuscivano a crederci, e sul web in tanti si sono lanciati in commenti anche pesanti su questa vicenda che fa riflettere sul sistema giustizia in Italia. Non bastano 24 ore di carcere, secondo gli italiani, per chi ha strappato una bimba ai genitori e si è dato alla fuga, in quanto, seppure l'indiano non ha precedenti specifici, ma per droga e ricettazione, nessuno può assicurare che non sia reiterato il reato. Ram è anche colpito da un decreto di espulsione emesso dalla questura di Ragusa un anno fa e non eseguito. «Che ci fa ancora sul nostro territorio?» si interroga la gente. «Parliamo di un soggetto irregolare commenta un signore e stiamo pure a spaccare il capello per garantirgli i diritti. In attesa di capire quale sia il movente del sequestro della piccola, che se ne stia rinchiuso in carcere». «Ci vuonu tumpuluna» («ci vogliono schiaffoni») commenta un siciliano.

E sui social cresce la protesta. Qualcuno ha postato la foto segnaletica, chiedendo di diffonderla, per consentire alla gente di identificare l'indiano e tenerlo d'occhio. Altri vanno giù duro contro la magistratura: non accettano l'idea che chi ha tentato di sequestrare una bambina possa circolare a piede libero. Se questa vicenda ha destato stupore, non è nemmeno l'unica. A Palermo mercoledì è stato arrestato il rumeno Vasile Calin, 35 anni, senza fissa dimora, per avere aggredito e ferito con un coltello un agente di polizia del commissariato «Oreto-Stazione». Era a piede libero malgrado i precedenti. Un mese fa era balzato agli onori della cronaca nazionale per avere strappato a morsi le orecchie di un cucciolo di cane e avere tentato di annegarlo se non fosse arrivata la polizia. Giunto in Italia ad aprile, già a maggio aveva danneggiato delle auto e aggredito turisti, un'altra volta è stato arrestato e condannato per avere aggredito mamma e figlio che passeggiavano, ma dopo solo una decina di giorni è stato scarcerato in accoglimento della richiesta del suo legale che ha dimostrato come non ci fossero le esigenze per la custodia cautelare.

Soltanto adesso, dopo la direttissima conseguente all'ultimo arresto, si trova in carcere vista la pericolosità sociale, il pericolo di reiterare il reato e quello di fuga. «La giustizia commenta Igor Gelarda, dirigente nazionale del Consap deve garantire primariamente colui che subisce e non chi commette un reato.

Siccome sono sicuro che la magistratura faccia bene il suo lavoro, a questo punto è il sistema delle leggi che va modificato, perché la gente non si sente tutelata anche a fronte di questi episodi così eclatanti».

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