Coronavirus

A Palazzo Chigi decidono chi può parlare e chi no: "I giornalisti non possono avvicinarsi"

Gli inviati, costretti a chiedere un accredito al commissariato di polizia, non possono muoversi dalla propria postazione: "Attenzione, i poteri possono allargarsi oltre la loro misura"

A Palazzo Chigi decidono chi può parlare e chi no: "I giornalisti non possono avvicinarsi"

Si fanno sempre più inquietanti e preoccupanti le misure ideate dal governo nell'ambito dell'emergenza Coronavirus. Dallo stop agli sport di contatto amatoriali ai divieti di assembramento ovunque, stanno arrivando le prime regole anti-Covid che dovrebbero essere contenute nel prossimo Dpcm. Tra le varie misure prese, si aggiunge la scoperta choc di Barbara Palombelli nel corso della trasmissione Stasera Italia, in onda su Rete 4. I giornalisti devono avere il permesso per sostare davanti a Palazzo Chigi.

La conduttrice ha sollevato un caso piuttosto inquietante, chiedendo conferma direttamente a Michel Dessì: "È vero che per arrivare lì hai dovuto chiedere un accredito al commissariato di polizia?". L'inviato ha prontamente confermato e ha spiegato le nuove misure che gli inviati televisivi sono costretti a rispettare: "Sì, da oggi c'è questa nuova regola. La piazza è chiusa e quindi bisogna chiedere un accredito per accedere e fare le dirette televisive. Siamo qui fissi con un monopiede e non ci possiamo muovere". La giornalista è rimasta visibilmente sbalordita: "Non solo hai dovuto chiedere l’accredito, ma hai pure un punto fermo da cui non ti puoi muovere?". "Sì, la polizia ci ha confinato qui e non ci possiamo muovere, almeno per oggi. Sarà così d’ora in avanti", è stata la replica. La reazione finale della Palombelli è stata più che comprensibile: "Sono ordini che mi fanno rabbrividire".

"Una vessazione ridicola"

Le tesi sostenute dagli ospiti della trasmissione sono state unanime. Il primo a esprimersi è stato Maurizio Belpietro, direttore del quotidiano La Verità: "Non ne capisco la ragione, neanche nei tempi del terrorismo erano state prese decisioni del genere. Ma soprattutto non capisco a cosa serva. Non mi pare ci siano pericoli di ordine pubblico. Perché i palazzi della politica devono essere blindati al punto che i giornalisti non si possono avvicinare? ". Dello stesso parere l'attivista italiano Mario Capanna, in collegamento dalla sua Città di Castello: "Trovo questa cosa come una vessazione ridicola, assurda e inaccettabile. Se avessi tempo domani verrei a Roma per recarmi a Palazzo Chigi senza chiedere l'autorizzazione. È una vergogna".

Quella piazza, prima, era di tutto. Ora è del governo e sarà lui a decidere chi può parlare e chi no.

Passare da un commissariato per svolgere il proprio mestiere? Davvero una decisione aberrante. Infine anche Andrea De Carlo è intervenuto su quella che sembra essere una scelta "anti-giornalisti". Il suo ultimo libro "Il teatro dei sogni", ovvero una satira complessiva sulla società italiana, sembra la narrazione di quanto sta accadendo. "Questa non è una bella sensazione.

Bisogna stare molto attenti perché le emergenze sono proprio le situazioni in cui i poteri possono allargarsi oltre la misura che dovrebbero avere", ha avvertito De Carlo.

Commenti