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Pantani, Vallanzasca ricorda ma non troppo

L'ex boss indica una lista di dieci nomi tra cui ci sarebbe il suo informatore

Pantani, Vallanzasca ricorda ma non troppo

Ha parlato. Avrebbe risposto alle domande fattegli dai carabinieri per conto della magistratura. A distanza di oltre quindici anni avrebbe anche circoscritto il raggio di azione. Nessun nome, però. Renato Vallanzasca, ex capo della mala milanese, avrebbe aiutato gli inquirenti a restringere il campo per identificare il possibile «amico» camorrista che in carcere gli voleva fare un regalo, suggerendogli di giocare tutti ma non Pantanti, perché «il pelatino, questo Giro, nemmeno lo finisce».

Vallanzasca - che all'epoca non approfittò del suggerimento e non scommise nemmeno una lira contro il Pirata - è stato ascoltato ieri e l'altroieri dai carabinieri che lo hanno sentito su delega del Pm di Forlì-Cesena, Sergio Sottani che ha riaperto nelle scorse settimane il caso che fu archiviato sul presunto complotto ordito ai danni del Pirata per alterarne le analisi del sangue del 5 giugno '99 a Madonna di Campiglio e escluderlo in questo modo dal Giro d'Italia che il corridore romagnolo stava in pratica dominando.

A differenza di quello che fece nel lontano 1999 col piemme di Trento Bruno Giardina e poi con la mamma di Marco Pantani- alla quale Vallanzasca mandò anche una lettera pubblicata nel suo libro autobiografico scritto con il giornalista Carlo Bonini- ieri il boss condannato all'ergastolo ha interagito con maggiore convinzione con gli inquirenti.

«Confermo che Renato Vallanzasca è stato sentito, quattro ore ieri e due oggi (ieri per chi legge, ndr), nel carcere dove si trova recluso. E che ha parlato di quanto accaduto nel giugno del 1999», ha confermato direttamente il procuratore di Forlì Sottani. Vallanzasca avrebbe riferito agli inquirenti di essere stato avvicinato in carcere da un esponente della camorra che, visto il ruolo di «prestigio» dell'ex boss della Comasina all'interno della mala italiana, era desideroso di fargli un «regalo»: cioè di non giocare - come stavano facendo in molti da dietro le sbarre - la vittoria di Pantani al Giro d'Italia, perché il Pirata quel Giro nemmeno lo avrebbe finito. Regalo che Vallanzasca, a quanto pare, non tramutò in una sua scommessa contro il campione di Cesenatico.

La procura forlivese risalita al carcere dove all'epoca dei fatti era detenuto Vallanzasca, quello di Novara, e al braccio della struttura carceraria dove si trovava la sua cella, sono stati in grado - partendo da un elenco di 260 detenuti in quel momento presenti - di stilare una lista di soli dieci nomi. A questo punto Vallanzasca, una volta letta la lista, avrebbe confermato, senza farne il nome, che al suo interno si trova il nominativo del camorrista che gli fece il «dono».

A questo punto le indagini proseguiranno con gli interrogatori dei dieci detenuti

segnalati dal Bel René, per verificare, a distanza di anni, la bontà dei suoi racconti e sperare di poter arrivare a chiarire una vicenda tutt'ora ancora lontana dalla sua soluzione e circondata da inquietanti ombre di malavita.

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