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Il Papa e i "suoi" 13 cardinali. Tra i nuovi metà sono italiani

Al concistoro di novembre ufficializzerà le nomine: sono tutti vicini alla sensibilità pastorale di Francesco

Il Papa e i "suoi" 13 cardinali. Tra i nuovi metà sono italiani

Papa Francesco reagisce con forza agli scandali finanziari che stanno scuotendo il Vaticano e alle polemiche per le sue frasi a favore delle unioni civili omosessuali e, a sorpresa, convoca per il prossimo 28 novembre un nuovo concistoro per la creazione di tredici nuovi cardinali.

Sei di loro sono italiani, di cui tre elettori perché hanno meno di 80 anni. Una mossa che spariglia totalmente le carte e mette fuori gioco chi continuava a parlare di pontificato giunto ormai alla fine.

«Francesco è come quei lottatori che vengono messi all'angolo - commenta un vecchio curiale - che sembrano soccombere e poi reagiscono all'improvviso con un guizzo, vincendo l'incontro». E infatti Bergoglio risponde agli oppositori allargando, con questo suo settimo concistoro, il collegio cardinalizio, inserendo personalità in linea con le sue posizioni e portando il numero degli elettori a 129, 9 unità in più rispetto alla soglia di 120 fissato da San Paolo VI e confermato anche da San Giovanni Paolo II.

Ancora una volta il pontefice argentino, oltre alle nomine di Curia come quella di monsignor Marcello Semeraro e del maltese Mario Grech, Segretario Generale del Sinodo dei Vescovi, predilige le periferie del mondo: i nuovi cardinali arrivano da Filippine, Ruanda, Messico, Brunei, Cile, ma c'è anche l'arcivescovo di Washington, il 72enne Wilton Daniel Gregory, critico di Donald Trump e noto per le sue posizioni a favore della comunità LGBT che diventa il primo cardinale afroamericano della storia, nominato a pochi giorni dal voto per la presidenza USA e nel pieno dell'ondata del Black Lives Matter.

Tra gli italiani grande assente ancora una volta l'arcivescovo di Milano, Mario Delpini, evidentemente non inserito nella lista perché il predecessore Scola non ha ancora compiuto gli 80 anni. Creati cardinali invece monsignor Silvano Tomasi, padre Raniero Cantalamessa e monsignor Enrico Feroci, parroco del Santuario del Divino Amore a Castel di Leva. Spicca anche il nome del romano Paolo Augusto Lojudice, arcivescovo di Siena da sempre impegnato a favore dei poveri e della comunità rom e di Fra' Mauro Gambetti, custode del Sacro Convento di Assisi, che Francesco ha visitato per la quarta volta qualche settimana fa per firmare simbolicamente la sua terza enciclica «Fratelli Tutti».

«È stato uno scherzo da Papa», ha commentato il francescano che non si aspettava la nomina. Così come è cascato dalle nuvole monsignor Marcello Semeraro, nuovo prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi, nominato capo dicastero al posto del cardinale Angelo Becciu, defenestrato dal Papa dopo l'inchiesta finanziaria che lo ha travolto.

«Ero rientrato a casa in anticipo e stavo guardando la tv perché c'era un amico frate ospite di una trasmissione - racconta a Il Giornale monsignor Semeraro - a quel punto ho deciso di soffermarmi per seguire l'Angelus e all'improvviso ho sentito il Papa che pronunciava il mio nome. Sono rimasto molto sorpreso e commosso. Questo concistoro è un bel messaggio in questi tempi tormentati sono riuscito a sentire soltanto i primi due nomi della lista, quello di monsignor Grech e il mio perché poi sono stato travolto dall'emozione.

Grech è al Sinodo e sappiamo che serve tanta sinodalità nella Chiesa, io invece sono alla Congregazione dei Santi e quello che abbiamo bisogno oggi è sicuramente anche una vita di santità, come conforto anche per ciò che stiamo vivendo in Italia e nel mondo, nella speranza che ci siano tempi migliori».

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