Cronache

Il Papa replica a Viganò: "Sto in silenzio e prego". Falso dossier sul suo staff

In rete polpette avvelenate contro l'entourage di Bergoglio. Che critica "chi cerca solo scandalo"

Il Papa replica a Viganò: "Sto in silenzio e prego". Falso dossier sul suo staff

Papa Francesco sceglie ancora la linea del silenzio.

A una settimana esatta dalla pubblicazione del dossier avvelenato di monsignor Carlo Maria Viganò, l'ex nunzio apostolico negli Stati Uniti che ha chiesto pubblicamente le dimissioni del Pontefice, il papa argentino, ieri mattina, durante la sua omelia della messa a casa Santa Marta, ha indirettamente risposto alle accuse dell'arcivescovo, lanciando un segnale chiaro: silenzio e preghiera verso chi cerca lo scandalo a tutti i costi.

Citando il Vangelo, infatti, Francesco ha chiarito la sua linea silenziosa, che aveva suscitato qualche perplessità anche tra alcuni vescovi americani che chiedono maggiore trasparenza.

«La verità è mite, la verità è silenziosa - ha detto il Pontefice -, con le persone che cercano soltanto lo scandalo, che cercano soltanto la divisione, l'unica strada da percorrere è quella del silenzio e della preghiera».

«La parola del Signore - ha continuato Francesco nella sua omelia - permette di riflettere sul modo di agire nella vita quotidiana quando ci sono dei malintesi e di comprendere come il padre della menzogna, l'accusatore, il diavolo, agisce per distruggere l'unità di una famiglia, di un popolo». Parole non troppo velate che si sono aggiunte a quelle, le uniche, pronunciate dal Papa in conferenza stampa sul volo di ritorno dall'Irlanda di fronte ai giornalisti che gli chiedevano un commento al dossier di monsignor Viganò.

L'ex nunzio lo accusa e accusa mezza Curia Romana, facendo nomi e cognomi, di aver taciuto di fronte alla condotta dell'ex cardinale 88enne Theodore McCarrick; Francesco aveva risposto: «Non dirò una parola su questo, chiedo un atto di fiducia, i giornalisti leggano e diano il loro giudizio, gli farà bene. Io non dirò niente».

Intanto su siti web e profili social vicini agli ambienti più tradizionalisti della Chiesa, in linea con quelli che hanno ospitato il memorandum di 11 pagine di monsignor Viganò, sono comparsi da qualche giorno altri documenti, questa volta su carta intestata della Segreteria di Stato Vaticana, in cui si muovono gravi accuse nei confronti dei più stretti collaboratori di Francesco. Documenti confezionati ad arte, palesemente falsi, che puntano a screditare il Papa e il suo entourage.

Uno di questi, scritto in spagnolo, è stato realizzato in modo da sembrare un rapporto ufficiale sul segretario personale del Papa, don Fabian Pedacchio, in cui un presunto, quanto fittizio, consigliere pontificio, tale Jorge Sonnante, un diacono argentino, sconsiglia al Pontefice di scegliere il sacerdote come suo segretario in seguito a problemi con la giustizia e per la sua dubbia morale cattolica.

Peccato che il finto documento sia privo di data e il sigillo della sezione «Affari Generali» della Segreteria di Stato, nonostante sembri abbastanza credibile, sia totalmente falso. Il documento contro il segretario di Francesco, insieme a un altro in cui si accusa il Papa di aver ricevuto finanziamenti occulti dalla ex presidente argentina Cristina Kirchner (una sorta di spy-story con soldi nascosti in alcune casse di ferro della Croce Rossa), è stato diffuso su più media che si oppongono al pontificato di Bergoglio e rilanciato su Twitter come la prova che quanto dica monsignor Viganò riguardo all'omosessualità tra i principali collaboratori del Papa sia vero.

Accuse però rispedite subito al mittente, con chiare prese di posizione a sostegno del Papa che aumentano di giorno in giorno: oltre ai vescovi argentini e a quelli venezuelani, nelle scorse ore sono arrivati messaggi di solidarietà e di vicinanza a Francesco anche da parte dell'episcopato messicano, di quello catalano e del cardinale Oswald Gracias, porporato indiano membro del consiglio dei cardinali che ha rassicurato: «La chiesa asiatica è al 100% accanto al Pontefice».

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