Il Papa sofferente striglia i politici: "Servite il bene non il tornaconto"

Il Papa sofferente striglia i politici: "Servite il bene non il tornaconto"

Chiede scusa, Papa Francesco, perché durante la lettura del discorso ai parlamentari cattolici rimane seduto. È un Papa ancora affaticato e non in perfetta forma, in ripresa dopo l'operazione chirurgica per una stenosi diverticolare del sigma avvenuta il 4 luglio al Policlinico Agostino Gemelli di Roma. «Vorrei chiedere scusa, per non parlare in piedi, ma ancora sono nel periodo post-operatorio e devo farlo seduto. Scusatemi», ha esordito Bergoglio accolto da un applauso di incoraggiamento, all'udienza nella Sala Clementina in Vaticano concessa ai parlamentari cattolici di diversi Paesi partecipanti all'incontro dell'International Catholic Legislators Network.

Non è la prima volta che il Pontefice argentino si mostra in pubblico dopo il delicato intervento al Gemelli. Il 18 luglio è apparso dalla finestra del Palazzo apostolico per il consueto Angelus domenicale. Mentre dal 4 agosto sono riprese le udienze generali del mercoledì. Ma Francesco è ancora in convalescenza. Chi lo ha visto recentemente racconta di un Papa in salute ma ancora in ripresa. «È stato un intervento serio - riferiscono dai Sacri Palazzi - in un uomo che a dicembre compirà 85 anni. Non è stato uno scherzo, ci vuole del tempo».

La verve di Bergoglio non è tuttavia venuta meno. E ieri, all'incontro con la rete di parlamentari cattolici provenienti da tutto il mondo, non ha mancato di lanciare un monito nei confronti dei politici. «In un'epoca di perturbazione e polarizzazione politica, i parlamentari e i politici più in generale non sono sempre tenuti in grande stima. Questo non vi è nuovo. Tuttavia, quale chiamata più alta esiste che quella di servire il bene comune e dare priorità al benessere di tutti, prima del tornaconto personale? Il vostro obiettivo dev'essere sempre questo, perché una buona politica è indispensabile per la fraternità universale e la pace sociale», ha ammonito.

«Il nostro incontro avviene oggi in un momento molto difficile - ha proseguito - in un momento critico della storia. La pandemia da Covid-19 si accanisce. Abbiamo certamente registrato progressi significativi nella creazione e nella distribuzione di vaccini efficaci, però ci rimane ancora molto lavoro da portare a termine. Ci sono stati già più di 200 milioni di casi confermati e 4 milioni di morti per questa piaga terribile, che ha causato anche tanta rovina economica e sociale. Il vostro ruolo di parlamentari è dunque più che mai importante - ha sottolineato -. Preposti a servire il bene comune, ora siete chiamati a collaborare, attraverso la vostra azione politica, a rinnovare integralmente le vostre comunità e la società intera. Non solo per sconfiggere il virus, e nemmeno per tornare allo status quo antecedente la pandemia. No, sarebbe una sconfitta - ha precisato Francesco - ma per affrontare le cause profonde che la crisi ha rivelato e amplificato: la povertà, la disuguaglianza sociale, l'estesa disoccupazione e le mancanze di accesso all'educazione».

«Fratelli e sorelle - ha quindi avvertito a braccio -, da una crisi non si esce uguali: usciremo migliori o peggiori. Da una crisi non si esce da soli: usciremo insieme o non potremo uscire». Secondo Papa Francesco, «i parlamentari naturalmente rispecchiano i punti di forza e di debolezza di quanti rappresentano, ciascuno con specificità da mettere a servizio del bene di tutti», e «l'impegno dei cittadini, nei diversi ambiti di partecipazione sociale, civile e politica, è imprescindibile. Siamo tutti chiamati a promuovere lo spirito di solidarietà, a partire dalle necessità delle persone più deboli e svantaggiate. Tuttavia - ha concluso - per guarire il mondo, duramente provato dalla pandemia, e per costruire un futuro più inclusivo e sostenibile in cui la tecnologia serva i bisogni umani e non ci isoli l'uno dall'altro, c'è bisogno non solo di cittadini responsabili ma anche di leaders preparati e animati dal principio del bene comune».

All'udienza era presente anche Balazs Orban, ministro del governo ungherese, omonimo (ma non

parente) del premier ungherese. In serata anche l'altro Orban è giunto a Roma. Ma non sono previsti incontri con il Papa. I due si vedranno durante il viaggio di Francesco in Ungheria, in programma dal 12 al 15 settembre.

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