Parisi riparte dal Sud: la politica mi piace ma se fallisco con MegaWatt mi ritiro

Il manager sarà a Enna il 17. E dopo le due tappe di Varese e Brescia toccherà Lecce il 3 novembre. «Io leader? Per ora do il mio contributo»

Parisi riparte dal Sud: la politica mi piace ma se fallisco con MegaWatt mi ritiro

Roma - Parisi vuole accendere il Sud. L'ex direttore generale di Confindustria non solo non lascia ma raddoppia. Dopo la kermesse milanese del 16-17 settembre scorso, «MegaWatt Energie per l'Italia» sbarca in Meridione. Una quindicina di appuntamenti sono stati già fissati ma altri potrebbero aggiungersi alla lista ufficializzata ieri. Il respiro parisiano vuole essere nazionale anche per respingere le critiche di aver messo su un movimento milanocentrico. Rotta verso Sud, quindi. Non a caso il primo appuntamento delle prossime convention di Mister Chili Tv sarà in Sicilia, a Enna, il 17 ottobre. Qui Parisi, tra l'altro, può contare sull'appoggio senza se e senza ma di Gianfranco Micciché, commissario azzurro dell'isola e aperto sostenitore dell'ex manager. Dopo due date al Nord, a Varese (18 ottobre) e Brescia (23 ottobre), MegaWatt si ritrasferisce in Meridione, a Lecce, il 3 novembre. E poi Arezzo, Perugia, Udine, Mestre, Padova, Crema, Cuneo, Torino, Parma, Sassari e Termoli. Ma non è escluso che possa aggiungersi una data anche a Napoli.

Insomma, Parisi è lanciatissimo anche se ogni due per tre svicola alle domande che riguardano le sue ambizioni: «Io futuro leader del centrodestra? Non è un tema all'ordine del giorno; per ora voglio soltanto dare un contributo». Per ora. Scontato che un pensierino però ce lo faccia e che la politica cominci a piacergli non poco. «È entusiasmante», ammette. Un gioco pericoloso e Parisi lo sa: «Non voglio certo creare l'ennesimo partito», giura. E poi si spinge oltre: «Se fallisco in politica? Beh mi ritirerei», assicura in una recente intervista a Radio radicale.

Parisi continua la sua personalissima battaglia forte dei crediti della grande stampa e di un certo mondo moderato che ha abbandonato Forza Italia. Un mondo a cui Mister Chili Tv vuole tornare a parlare perché «il partito di Berlusconi ha perso 11 milioni di voti e occorre riconquistarli». Il come è chiaro: tornare a suonare la musica che Berlusconi suonò nel '94 regalando un sogno liberale. Così, appena può, Parisi sciorina le sue ricette tutte a base di turboliberalismo: tagliare costi della burocrazia, digitalizzare la pubblica amministrazione, ridurre le tasse, ridurre il peso insopportabile dello Stato che dove mette becco fa danni. In qualche raro caso gli è stata posta l'obiezione: il programma parisiano, che prevede draconiani tagli alla spesa pubblica, si traduce in una lama nella carne viva di qualche categoria. La risposta del manager è netta: sì ma bisogna spiegare che poi i benefici possono essere molto superiori.

Anche su un altro tema delicato, come quello del rapporto con Salvini, Parisi dribbla le contestazioni: «Con Salvini c'è soltanto una differenza di toni ma su temi clou andiamo d'accordo. Sull'immigrazione, per esempio. Il politically correct della sinistra non è in grado di dare una risposta a un problema vero.

La risposta della sinistra è ipocrita e sbagliata: non si può solo dire che l'immigrazione è una risorsa. È il tipico atteggiamento di un'élite con la puzza sotto il naso che poi chiama populismo ciò che invece è popolare». Stessa musica suonata dal Carroccio.

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